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Blitz al teatro Argentina

Anarchici interrompono lo spettacolo: “No 41 bis”

Blitz al teatro Argentina. Un gruppo di militanti sale sul palco durante l’Amleto ed espone uno striscione: “C’è del marcio in Italia: no al 41bis”. Da settimane gli anarchici manifestano a sostegno di Alfredo Cospito detenuto in sciopero della fame dal 30 ottobre

Nella serata di sabato 26 novembre gli spettatori del teatro Argentina si sono trovati davanti ad un vero e proprio colpo di scena. Durante l’Amleto di Shakespeare, adattato e diretto da Giorgio Barberio Corsetti, un gruppo di anarchici è salito sul palco interrompendo gli attori ed esponendo uno striscione contro il 41bis, articolo dell’ordinamento penitenziario che introduce il carcere duro in caso di “gravi motivi di ordine e di sicurezza pubblica”.

Gli anarchici sul palco del teatro Argentina contro il 41bis

Il blitz, raccontato anche su un sito che aggrega le notizie da 155 collettivi anarchici italiani, è stato ripreso con lo smartphone da alcuni spettatori presenti in sala e condiviso immediatamente sui social, diventando virale in poche ore. Un gruppo di persone, donne e uomini, è salito sul palco durante lo spettacolo e ha esposto uno striscione: “C’è del marcio in Italia: no al 41bis”. La citazione è proprio dall’opera ambientata in Danimarca e ripresa dal protagonista che la pronuncia subito dopo aver incontrato il fantasma del padre morto. Secondo quanto è possibile apprendere, la polizia è intervenuta ma gli anarchici sono riusciti a dileguarsi prima, dopo aver diffuso anche alcuni volantini propagandistici, non venendo quindi identificati. Lo spettacolo è successivamente ripreso.

Le manifestazioni a sostegno dell’anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame

Il motivo del blitz è quello che collega tutte le proteste delle organizzazioni anarchiche in Italia e a Roma negli ultimi mesi: chiedere l’uscita di Alfredo Cospito dal regime di 41bis, il più duro previsto dall’ordinamento penitenziario del nostro Paese. Cospito, anarchico sardo, è detenuto a Bancali dopo essere stato condannato prima per la gambizzazione di un dirigente dell’Ansaldo Nucleare, fatto avvenuto nel 2012, poi per essere stato riconosciuto l’autore di un attentato dinamitardo del 2006, contro la caserma dei carabinieri di Fossano, provincia di Cuneo: in quell’occasione non ci furono né morti né feriti. Per la giustizia Cospito è a capo di un’organizzazione terroristica e i suoi reati sono stati considerati una strage contro la sicurezza dello Stato, accusa per la quale la pena è l’ergastolo ostativo (nessun beneficio né pene alternative). E da maggio Cospito è sotto regime 41bis, il carcere duro, motivo per cui dal 30 ottobre è in sciopero della fame.

“Contro Cospito non solo vendetta ma anche volontà di togliere la parola”

“Siamo qui perché il 41 bis è un regime di detenzione studiato appositamente per annichilire l’individuo – rivendicano gli attivisti intervenuti al teatro Argentina -. Siamo qui perché Alfredo è da più di un mese in sciopero della fame. Non siamo qui a piangere su una ingiustizia subita dal nostro compagno anarchico, perché non lo è. Come non è un’aberrazione giuridica. Essa è la reazione logica dello Stato-democratico agli attacchi sferrati da Alfredo. Il 41 bis ad Alfredo non è solo vendetta, è anche volontà di togliere la parola”.

Cosa li ha portati a scegliere L’Amleto? Probabilmente la frase scritta sullo striscione esposto sul palco “C’è del marcio in Italia”.

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Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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