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Chiude il Teatro Eliseo

“Franceschini e Roma ci hanno tolto i fondi”

Con gli inevitabili aggiornamenti…..

Il Teatro Eliseo chiude, così sembra. Una situazione in ogni caso spiacevole e triste. Lo comunica in una nota il direttore artistico dello storico teatro romano, Luca Barbareschi, che ha convocato per mercoledì alle 12 una conferenza stampa urgente che si terrà nei locali dell’Eliseo, in Via Nazionale, per annunciarne pubblicamente la chiusura.

Dell’antica gloria del Teatro Eliseo, da cento anni palcoscenico dei grandi della recitazione italiana, rimangono soltanto le facce dei protagonisti che osservano i visitatori dalle pareti.

L’Eliseo chiude, anche se non da subito. Il portone che dà su via Nazionale, a pochi passi dal Quirinale e da piazza Venezia, rimarrà aperto al pubblico fino a maggio, quando si terrà l’ultimo spettacolo programmato per la stagione in corso.

«Il ministero dei Beni culturali non ha mantenuto le promesse. E il Comune di Roma non ci aiuta, anzi, ci ostacola». L’attore Luca Barbareschi, da due anni direttore artistico del teatro romano che ha riaperto a sue spese dopo lo sfratto e i licenziamenti di tre anni fa, se la prende con il ministro Dario Franceschini «che avrebbe gli strumenti per salvare questo luogo di spettacolo e cultura, e invece preferisce temporeggiare. Io non ci sto più». Il principale nodo nei rapporti tra Franceschini e l’ex parlamentare del Popolo della Libertà sono i quattro milioni di euro che lo Stato avrebbe dovuto versare nelle malandate casse dell’Eliseo. I soldi, che stando a Barbareschi erano stati promessi dal governo, sarebbero stati sbloccati da un emendamento al decreto Milleproroghe, a firma del senatore del Partito Democratico Bruno Astorre. La motivazione erano i festeggiamenti per il centenario della struttura, che sarà celebrato il prossimo anno. La disposizione, che era stata approvata alla Camera, è stata stralciata dal Senato. Per andare avanti, il teatro, che è stato riconosciuto dal Mibact come struttura di riconosciuto interesse culturale, ha bisogno di quattro milioni di euro ogni anno: «E oggi ce ne arrivano soltanto 480mila dal Fondo unico per lo spettacolo. Dai biglietti riusciamo a incassare poco più di mezzo milione, e se il teatro fosse sempre pieno, potremmo a malapena raddoppiarli. Anche il Comune di Roma ci fa la guerra».

Eccolo l’altro pomo della discordia. Il principale bersaglio di Barbareschi è Luca Bergamo, vice sindaco della Capitale e assessore alla Cultura: «Ci ha tolto anche i 200mila euro che ci erano stati garantiti dal commissario straordinario Tronca per portare il teatro nelle periferie. Oggi sono obbligati a versarne appena 90mila, ma fosse per loro ci lascerebbero all’asciutto».

Secca la risposta del Mibac: il ministero ha stanziato all’Eliseo oltre 1,2 milioni di euro in due anni. «Si tratta dello stanziamento in assoluto più consistente fra i 13 progetti speciali approvati nel 2016».

http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/chiude-teatro-eliseo-franceschini-e-roma-ci-hanno-tolto-i-1375625.html

Aggiornamento del 29 aprile 2017

Eliseo, arrivano due milioni di euro. Ma perché?

Che cosa faranno adesso i teatri italiani pubblici e privati in crisi economica o con una gestione che ha accumulato debiti? Andranno dal ministro Padoan e tutti si troveranno per decreto un congruo contributo che ripiana in parte o in toto il loro debito? Anzi: non solo i teatri, ma qualunque impresa con una gestione in rosso riceverà dal ministero dell’Economia soldi per ripianare quei debiti? E le imprese virtuose, che fanno quadrare i bilanci, non fanno debiti a costo di sacrifici e mandano avanti la baracca senza amici o parenti che conoscono i ministri e senza fare proclami dalla poltrona della trasmissione di Fabio Fazio, che dovrebbero fare d’ora in avanti?

Come si vede dalle immagini, è ormai scritto nella Gazzetta Ufficiale che il Teatro Eliseo di Roma riceverà dall’erario pubblico, all’interno della famosa “manovrina”, 2 milioni di euro “per spese ordinarie e straordinarie al fine di garantire la continuità delle sue attività in occasione del centenario dalla sua fondazione”. Un contributo ad hoc, fuori dal Fus (il finanziamento dello Stato al teatro), un emolumento “gratis”. Un fatto clamoroso. “I soldi fermati sulla porta sono rientrati dalla finestra”, ha commentato qualcuno ricordando tutta la vicenda Eliseo di questi ultimi mesi (vedi post del 30 gennaio e del 2 febbraio).

La storia, in breve, è questa: il Teatro Eliseo di Roma è in crisi economica dopo soli due anni della gestione Luca Barbareschi, per ammissione dello stesso Barbareschi che il 14 marzo scorso all’improvviso aveva indetto una conferenza stampa (“una grande pagliacciata” l’ha definita la collega Francesca De Sanctis dell’Unità in un encomiabile commento) carica di livore dove, spandendo offese a destra e a manca, annunciava che il suo teatro, quello che per sue dichiarazioni sarebbe diventato il Beaubourg italiano, è a rischio chiusura se il ministero della Cultura non gli avrebbe dato 4 milioni di euro. Il direttore parlava anche di una “promessa” del ministro Franceschini- cosa che sarebbe stata gravissima- il quale smentiva pubblicamente, tirandosi fuori dalla questione (“non è mai stata fatta alcuna promessa. Con oltre 1,2 milioni in due anni l’Eliseo si colloca nella media degli altri teatri nella sua categoria”, dice il ministro).

Quei 4 milioni “pretesi” da Barbareschi nella conferenza stampa si legavano a un altro tentativo di finanziamento ad hoc, un emendamento del Milleproroghe a inizio anno che avrebbe destinato “4 milioni” per lo stesso “centenario dell’Eliseo”, che si cita nella Gazzetta Ufficiale. Quel centenario in realtà nel 2017 può essere al massimo il centenario della messa del marchio “Teatro Eliseo”, avendolo il teatro stesso già festeggato anni fa. Ora: quattro milioni, sono quasi il finanziamento che lo Stato dà al Piccolo Teatro di Milano per un anno di attività, più di quello che riceve l’attivissimo Teatro di Roma….. elargiti per festeggiare un marchio, non s’è mai visto. E infatti quel decreto fu bloccato.

Ma i soldi in più chiesti da Barbareschi, tornano ora con un nuovo decreto già in “Gazzetta ufficiale”: noi cittadini veniamo a sapere che sono due milioni dei nostri soldi che verranno versati all’Eliseo in rosso.

Ora quello che è grave non è l’azione di salvataggio del Teatro Eliseo che si sarebbe potuta fare in mille altri modi meno smaccati, ma l’aver fatto saltare le regole. Perché una gestione debitoria deve ricevere una elargizione, un “premio” dello Stato? Attraverso quali strade si riescono a ottenere questi premi? Ed è vero che il ministro Padoan in persona avrebbe avallato questo premio? E perché, per fare un esempio, il Teatro ElfoPuccini a Milano che è classificato dal ministero Tric (teatro regionale di interesse culturale) come l’Eliseo, deve fare salti mortali per chiudere i bilanci in pareggio e l’Eliseo può andare in rosso e essere sostenuto dai nostri soldi? Perché non darli a quello che lo stesso Barbareschi definisce un “competitor”, il Brancaccio?

Da sapere:

Nel 2016 L’Eliseo ha ricevuto dallo Stato 514mila euro dal Fus + 250mila euro ad personam offerti per volontà dal ministro Franceschini a fine anno, cui si aggiungono i 300mila della Regione e i 100mila del Comune.

Ora 2 milioni dall’erario.

A margine:

Quelle che seguono sono dichiarazioni ai giornali, alle agenzie di stampa e su FB di Luca Barbareschi nel corso di questi due anni di gestione del Teatro Eliseo

“Ho investito quattro milioni e mezzo di euro, restaurando Eliseo e Piccolo Eliseo, per un teatro accessibile a tutti. Questo teatro è mio, ci metto i miei soldi, la mia faccia (…) Il difficile momento che sta attraversando la Capitale segnala l’urgenza della rinascita di Roma come centro di cultura. Per questo la riapertura ed il rilancio del Teatro Eliseo è fondamentale”. (conferenza stampa di riapertura del Teatro Eliseo)

“Abbiamo mandato via la gestione morosa (…) Io solo per quest’anno investirò 4 milioni di euro. All’alba dei 60 anni, mi sento in dovere di lasciare qualcosa a questa città che amo tanto. Farò del mio meglio”.(Corriere.it 20 novembre 2014 e Rainews 20 novembre 2014)

“Salverò l’Eliseo e salverò i lavoratori”, assicura Barbareschi che ieri ha incontrato anche il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. “Sono convinto che vi siano le condizioni per far tornare l’Eliseo ad essere quello che è stato nel passato: una grande eccellenza del teatro italiano”, le parole del ministro. (21 novembre 2014 repubblica)

“Quando uno ha un sogno importante nella propria vita – afferma Barbareschi – la cosa peggiore che può fare è tradirlo. Questo teatro è mio, ci metto i miei soldi, la mia faccia”. (AdnKronos 9.6.2015)

– Andremo avanti fino alla chiusura della stagione, a onore dell’impegno preso con il pubblico, con gli abbonati e con le compagnie. È ovvio che senza i finanziamenti pubblici attesi e dovuti, andare avanti diventa una missione impossibile. Grazie all’enorme sforzo fatto in questi mesi possiamo contare su diversi partner privati che sostengono il Teatro Eliseo e tutte le numerose attività che si svolgono al suo interno; ma così come noi chiediamo loro uno sforzo economico in più per aiutarci, i nostri partner attendono di sapere come si muoverà lo Stato nei nostri confronti, speranzosi che tutti facciano la loro parte.(Barbareschi su FB marzo 2017)

Commento: coi soldi degli altri facile fare le imprese

http://bandettini.blogautore.repubblica.it/2017/04/28/eliseo-arrivano-due-milioni-di-euro-ma-perche/

Interessante, no? Che cosa si rimprovera, in sostanza, all’Eliseo. Quello di avere privilegi, particolari favori, riguardi, facilitazioni, vantaggi. Perché a lui sì e a me no? Un contributo ad hoc, fuori dal Fus, un emolumento “gratis. E’ giusto? L’argomento è naturalmente condivisibile. Leggiamo il commento finale, che è piuttosto interessante: “coi soldi degli altri facile fare le imprese”. Verissimo, ed è esattamente quello che fanno tutte le imprese teatrali. Il fatto che qualcuno possa gestire il denaro ricevuto, in modo più intelligente e virtuoso rispetto ad altri, non cambia il senso del discorso. La loro condizione rimane semplicemente, abitualmente debitoria. Debitoria nei confronti di un finanziamento pubblico, senza il quale (si dice) nessuna impresa potrebbe sopravvivere. E’ così? D’accordo. Allora vuol dire che ogni impresa, nessuna esclusa, ognuna della quale è parte di un sistema, si trova nella medesima condizione. Perché, dunque, il FUS, prende in considerazione alcune e ne esclude delle altre?  Si obietterà: una commissione valuta il lavoro prodotto da questa o quella compagnia e ne darà un giudizio di merito. Quando i circuiti ufficiali sono chiusi per alcuni e non per altri, lo è. Ovvero, ciò che una persona riesce a ottenere o è degna di avere in virtù delle proprie capacità. Non si nascondono, in questo, privilegi, favori, facilitazioni e vantaggi? Un giudizio che può accettare o respingere, essere favorevole o sfavorevole, approvare  e promuovere. C’è una soluzione alternativa? Certo che sì.

1 giugno 2017

Sembrava finita, adesso arriva…..

La guerra dei teatri

Ora “contributi straordinari a tutti”. Ha fatto scalpore perché sulla sua votazione il governo è andato sotto (e ora rischia di scatenare una guerra dei teatri) il cosiddetto emendamento Eliseo, il provvedimento aggiunto in corsa ieri alla Camera, con l’ok della commissione Bilancio, alla manovrina bis. Pietra dello scandalo i molti soldi (in tutto sono 8 milioni di euro divisi tra il 2017 e il 2018) concessi in aiuto all’Eliseo, storico teatro romano gestito dall’attore ed ex parlamentare Luca Barbareschi, che ne è anche direttore artistico.

Un provvedimento “inopportuno e iniquo” denunciano le associazioni di categoria Agis e Federvivo, che chiedono al Parlamento di rimediare. Mentre i teatri italiani riuniti ricordano al ministro dell’economia Padoan: “diritti e doveri devono essere uguali per tutti”. Minato da un profondo rosso nei conti, l’Eliseo, che è privato e che compie 100 anni nel 2018, è da mesi alla ricerca di fondi. Un primo tentativo di ottenere per legge un contributo statale straordinario era fallito alla fine di gennaio, con un emendamento Pd al milleproroghe ritirato dopo le proteste.

A marzo Barbareschi annunciò la chiusura imminente del teatro accusando Franceschini di non aver rispettato i patti. Il ministro rispose ricordando le regole: il sostegno alla prosa “avviene tramite l’approvazione di progetti triennali”. Un mese dopo nella manovra correttiva arrivò invece il finanziamento straordinario, 2 milioni di euro per il centenario. Ieri, con la manovra bis, l’ok a due emendamenti (uno di Forza Italia l’altro del Pd) che aumentano il contributo da 2 a 4 milioni estendendolo anche al 2018. Per il mondo del teatro, da anni afflitto da crisi economica e tagli, è uno schiaffo irricevibile.

Con i soldi garantiti dal Parlamento, fanno notare in una lettera aperta a Padoan i teatri riuniti, “l’Eliseo diventa il teatro più finanziato d’Italia” superando anche il Piccolo di Milano. Quello che brucia di più è che al teatro di Barbareschi sia arrivato un aiuto fuori dal Fondo Unico dello Spettacolo, l’organismo statale che ogni anno elargisce l’aiuto pubblico a teatri, orchestre, cinema, fondazioni liriche. Nel 2017 la somma da ripartire è stata di 333,7 milioni. La percentuale destinata ai teatri (20,28%) è di 67,6 milioni di euro. Anche l’Eliseo è stato in passato aiutato dal Fus: nel 2016, ricordano i Teatri, ha avuto soldi dal ministero, attraverso il Fus (514.831 euro) e da un fondo integrativo (250 mila); altri soldi sono arrivati da Regione Lazio (300 mila) e Comune di Roma (100 mila). Ora arrivano 8 milioni di euro dalla manovra. Ma quali sono, si chiedono i teatri, “i criteri e i requisiti” per ottenere dallo Stato un aiuto così importante? Se davvero si sono trovate coperture economiche integrative, propongono le associazioni, “che si facciano convergere in modo strutturale nel Fus garantendo competitività e trasparenza attraverso regole che valgano per tutti”.

Rispondendo alla lettera aperta, nella serata di ieri Padoan ha ricordato che “l’incremento del contributo è stato inserito nella legge di conversione del D.L. 50 in virtù di un emendamento parlamentare sul quale il Governo ha espresso parere negativo”. In particolare, il ministro ha dato “chiare indicazioni perché dal rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze venisse manifestata con chiarezza in Commissione la contrarietà dell’esecutivo. La Commissione ha approvato l’emendamento di iniziativa parlamentare contro il parere del Governo”.

Ci sarà dell’altro? ….. Vedremo….

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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