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il teatro racconta sempre qualcosa partendo da memorie del passato o da fatti moderni. Il racconto per noi non è mai indagine o denuncia ma un atto creativo di una realtà e di un mondo

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Christo ha sbagliato paese, doveva camminare su altre acque

 

di Valentina Cavinato

A proposito della passerella di Christo, installata sul lago d’Iseo. Un articolo con qualche considerazione interessante, come darle torto. Un’esperienza da leggere.

Viviamo in un paese straordinario, ricco di bellezze naturali e con un patrimonio culturale sconfinato. Tutto ciò, potrebbe fruttare mille volte tanto. Potremmo essere invasi in ogni angolo della penisola, da turisti di tutto il mondo. Invece no: il sistema statale non si limita a distruggere il patrimonio che ha in gestione, lui distrugge anche qualsiasi iniziativa e lo fa con nonchalance. Re Mida trasforma tutto in oro, mentre lo stato trasforma tutto ciò che tocca, in quella materia organica, che ben conosciamo.

Questa notte ho vissuto un’esperienza ai confini della realtà, ancora stento a credere che sia veramente accaduto. Sono attratta da tutto ciò che ha a che fare con l’acqua e decido quindi di fare questa emozionante esperienza sul Floating Piers, la passerella di Christo, installata sul lago d’Iseo. Siccome non sopporto né le code, né la folla, decido di confezionarmi su misura il programma. Visito i vari siti, prendo nota degli orari e cerco la migliore soluzione, per evitare il carnaio, che comincia già dai parcheggi. Immediatamente, vedendo che la passerella è aperta 24h/24, decido di andarci di notte. Ieri parto da casa mia alle 18:30, che dista 165 km da Sulzano. Passo da Rho a recuperare un amico e insieme ci dirigiamo verso il lago d’Iseo. Ci fermiamo a mangiare un boccone a Sarnico, facciamo due passi, scattiamo qualche foto, aspettando la mezzanotte, orario in cui la passerella diventa più vivibile. A mezzanotte e dieci minuti, raggiungiamo uno dei parcheggi, da cui partono le navette. Ci avviciniamo al bus e, mentre stiamo salendo, l’autista ci comunica che la passerella è stata chiusa, su ordinanza del prefetto.

La mattina avevo letto sul Corsera, che martedì notte era stata chiusa “eccezionalmente” per un intervento di manutenzione straordinaria, ma che tutto sarebbe rientrato nella norma, a partire dalle 6 di ieri mattina. Ieri però, il solerte prefetto di Brescia, ha pensato bene di chiudere definitivamente, TUTTE LE SERE, l’accesso alla passerella, da mezzanotte alle 6 del mattino. Ha detto che il telo va rammendato e “stirato”, perché le persone che ci camminano sopra durante il giorno sono troppe. Ma il numero di visitatori era stato minuziosamente stabilito e variava anche a seconda della fascia oraria. Quindi di quale eccezionalità stanno parlando? Ieri sera c’erano persone, che per raggiungere Sulzano, avevano percorso centinaia e centinaia di chilometri. E una volta arrivati sur place, si sono trovati davanti i vigili della polizia municipale che, con la solita paletta e con la loro solita “gentilezza”, li obbligavano a fare dietrofront.

Siccome a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina, per me la storia dello stiramento e del rammendo della passerella, necessari ogni sera, è una scusa bella e buona. Secondo me le cose sono andate così: i dipendenti pubblici costretti a lavorare di notte per DUE SETTIMANE, vista l’affluenza, si sono stancati troppo e hanno fatto in modo che il prefetto trovasse il modo, per porre fine a questo loro massacrante impegno straordinario. Quest’opera è stata totalmente realizzata con i quattrini dei PRIVATI, ne stanno parlando in tutto il mondo e il visitatore non paga nessun biglietto, ma dove lo stato mette le sue mani, cioè ovunque, tutto va in vacca.

Ogni iniziativa viene regolarmente boicottata da una pletora di burocrati, che sono stipendiati con i nostri quattrini. Non dimenticatevelo! Questo paese merita a pieno titolo il fallimento e le persone intraprendenti, quelle che vorrebbero realizzare i loro progetti, non hanno scelta: devono abbandonare questo paese. Se Christo avesse realizzato la sua passerella in un altro paese, tutto avrebbe funzionato a meraviglia, anche in Francia, paese per il quale, è risaputo, non nutro la benché minima ammirazione. Christo ha sbagliato paese. Doveva camminare su altre acque. L’Italia è un paese fatto su misura per gli statalisti, per persone che si accontentano, per gente mediocre che tira a campare, per chi è privo di ambizioni, per chi non ha idee ed è abituato a vivere solo per inerzia, seguendo il gregge. Queste persone sono quelle che sistematicamente, ogni volta che parlo del sistema marcio italiano, se ne escono con l’elogio della pizza e del mandolino. Siamo stati la culla del rinascimento, oggi siamo la bara del declino. Declino ampiamente meritato!

http://www.movimentolibertario.com/2016/06/christo-sbagliato-paese-doveva-camminare-acque/

Christo: “Il mio ponte un’opera inutile, creato per andare da nessuna parte”

Il Sig. Christo, successivamente, parlando del suo ponte galleggiante, l’ha definito “inutile, irrazionale, irresponsabile, non giustificabile”, ammettendo inoltre di non aspettarsi un simile successo di pubblico (1.200.000 i visitatori). Quella del lago d’Iseo è stata “un’espressione di totale libertà” e, proprio per questo, “nessuno può possederla o comprarla”. In quanto pura libertà, “non poteva nemmeno durare per sempre”.

“The Floating Piers”, ha poi aggiunto, “è stato un ponte costruito per andare da nessuna parte”, “non al centro commerciale o a trovare amici”, ma proprio da nessuna parte. Inutile e irrazionale, appunto, come tutta la vera arte, che – a ben vedere – è sempre senza scopo alcuno di utilità, nonché gratuita, limpido dono: espressione di totale libertà da cui nasce la bellezza.

E cosi ci prende per il culo due volte: prima solleticando istanze artistiche in aspiranti esteti… “d’avanguardia”, poi dicendo semplicemente la verità. Chapeaux!!!!!

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Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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