Cinema cultura e il grande Milan

Il grande Milan. Ci sono squadre che più di altre hanno scritto la storia del calcio, segnando un’epoca per sempre, influenzando con il loro rivoluzionario stile di gioco il futuro sviluppo del gioco. Il Milan dell’indimenticabile Nereo rocco era una di queste.

Confesso, faccio fatica ad associare cinema e cultura. Sarebbe più logico per me parlare di industria dell’audiovisivo. Eppure, mi ricordo benissimo qualche anno fa, il penultimo presidente alla presentazione del Premio De Sica al Quirinale ebbe a dire: ”Dobbiamo discutere seriamente e trovare nuove vie per il nostro sviluppo economico e sociale ma non troveremo queste vie attraverso una mortificazione della risorsa di cui l’Italia è più ricca: la risorsa cultura”. Sagge parole, come metterle in dubbio? Ma chi saranno mai quei cattivoni che vogliono “mortificare” la cultura? La risposta è semplice. Nessuno. Nessuno ufficialmente. Non certo i finti produttori che fanno film solo se vengono assicurati loro i soldi. Sono loro i campioni di cultura?

Anche la bellissima Monica Bellucci in quella stessa occasione disse la sua: “Bisogna fare qualcosa perché rispetto ai 250 della Francia noi produciamo solo 50 film l’anno: se si tagliano ancora fondi alla cultura, il Paese retrocede”. Cioè, facciamo 250 film e vedrete il paese avanzare. Forse qualcuno ha dimenticato il cosiddetto metodo o protocollo Fiat. Funzionava cosi: se lo Stato non sborsa i quattrini, io chiudo, licenzio, delocalizzo, e me ne vado. E’ dal dopoguerra che la Premiata ditta Agnelli & Figli & Nipoti & Amici privatizza i profitti e socializza le perdite. Lo ha fatto fino a qualche anno fa. Lanciatosi poi a difesa dello spettacolo, l’ex presidente aggiunse: “parte costitutiva della nostra identità nazionale, come risorsa produttiva, come fattore di prestigio e di attrazione dell’Italia nel mondo”. Fattore di prestigio e di attrazione dell’Italia nel mondo?

Un momento, così tanto per capire … le simpatiche macchiette del bravissimo Verdone fanno ridere, ma come fanno ad essere considerate “ambasciatrici all’estero dell’Italia”. E allora? Niente, il cinema, questo cinema vuole quattrini pubblici. Ma si, una volta per tutte facciamo di questa Italia un meraviglioso, gigantesco Luna Park per vacanzieri di tutto il mondo, una piacevole macchietta, vedrete che non avremo più problemi economici. I giovani finalmente troveranno occupazione negli alberghi, nei ristoranti, nei musei, nelle aree archeologiche, al mare, in montagna… e potranno scegliere tra mille professioni e mestieri: portieri, traduttori, direttori, chef, guida turistica. Un popolo di servitori e giullari per far divertire chi può spendere. Magari riuscissimo a fare almeno questo.

E la cultura? Abbiamo la moda, non basta? La cultura agroalimentare è un settore fondamentale per la nostra economia. La frittura di pesce (a richiesta senza spine) è davvero abbondante, tant’è vero che con una porzione si mangia tranquillamente in due. La cultura è anche quello che mangi caro mio, non capisci? D’accordo, ma in un paese avanzato deve esserci altro; l’artigianato per esempio, la chimica, l’informatica, la meccanica, l’industria aerospaziale, la produzione di energia ecc. Ma che cazzo dici? Dai, lascia perdere. Per quello ci sono i cinesi, indiani e anche i tedeschi vanno bene. Ma il Colosseo ce l’abbiamo soltanto noi, cosa aspettiamo quindi, a trasformarlo in una miniera d’oro? Non so, cosa aspettiamo?

Tempo fa, Gianni Rivera (ex calciatore) raccontava un aneddoto sul grande Milan, guidato dal mitico Nereo Rocco. Ebbene un giorno, prima della partita gli chiese: mister come giochiamo oggi, che modulo applichiamo? Nereo Rocco rispose: Cudicini in porta tutti gli altri fuori (per chi non lo conoscesse Cudicini era un famoso portiere di quegli anni).  Oggi siamo ossessionati, tutti vogliono discutere quale modulo adottare? Il 4-4-2 o il 3-5-2? Tutti alla disperata ricerca di un tavolo, intorno al quale sedersi per ore… giorni… e parlare, discutere. Stiamo cercando nuove idee per lo sviluppo, non disturbateci. Qualcuno, per caso, ha fatto una semplice chiara proposta, al momento? No, non ancora, è ora di pranzo… riprendiamo più tardi.

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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