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Desiderare Italia

Italia in piedi, sempre, dopo ogni catastrofe, ogni caduta. Allegra e spensierata, come le commedie anni ’50 del genere “Avventura a Capri”, con l’Avvocato Battistella, interpretato da Peppino de Filippo nel film “Vacanze a Ischia” e quattro giovani sempre a corto di denaro, che impiantano dei finti bagni termali per sfruttare la credulità degli stranieri. Italia, nel nome dell’indimenticabile Principe De Curtis, nella coppia Sophia Loren e Clark Gable ne “La baia di Napoli”, con Vittorio De Sica insuperabile spalla, in piazzetta per un drink, per la gioia incontenibile dei paparazzi. Mandolini, pizze e cieli blu in una commedia fresca e semplice. Perché no? Si chiama Italia, il grasso agente di polizia, il brigadiere Lorenzo Bottoni e Ferdinando Esposito piccolo truffatore che cerca solo di mantenere la famiglia con improbabili espedienti. Italia è il canto dolce e affascinante della “Scalinatella longa longa”, è la città eterna vista attraverso gli occhi di Audrey Hepburn, in vespa con Gregory Peck, durante Vacanze romane.

Italia è dei cafoni affamati di terra, descritti da Ignazio Silone, che per generazioni e generazioni sudano sangue dall’alba al tramonto per ingrandire un minuscolo sterile podere. Italia è nelle vicende e nei personaggi del mondo anarchico emiliano e italiano, raccontate da Riccardo Bacchelli. Italia è nella memoria di Antonio Gramsci ed Emilio Lussu, e nel ricordo di Grazia Deledda, considerata alla pari di altri e più celebri letterati russi come Gogol, Dostoevskij e Turgenev. Italia dallo spirito libero di Leonardo Sciascia. Italia dimenticata in uno dei più grandi scrittori d’avventura del mondo, Emilio Salgàri, uomo sensibile, fragile e disperato, tanto da scrivere “Ai miei editori: A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che io vi ho dato pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna. Emilio Salgàri”.

Mai abbiamo visto sui volti della gente d’Abruzzo espressioni così angoscianti. In quegli occhi, c’è tutto il terrore e la disperazione di una preda. Catturati e uccisi da rapaci dirigenti di una classe politica ciarliera stupida e cialtrona. Attenzione, perché i romani, che pure per secoli hanno sopportato angherie e soprusi di ogni genere da parte dell’imperatore di turno, non hanno esitato un solo momento a liberarsi definitivamente di Eliogabalo e dei suoi familiari.

Eppure, c’è ancora qualcosa di fantastico in questo paese.

Il panettiere Domenico di Altamura con le sue “panatine”, le innovative chips senza patate, che non conoscono frittura. Leggere e croccanti. Una sfoglia di semola di grano duro ai mille sapori dall’extravergine al formaggio di cui se ne può tranquillamente fare una scorpacciata senza temere per la linea perché è molto digeribile.

Tiziana e le caramelle artigianali dai frutti di bosco che i piccoli possono mangiarne quante ne vogliono. Sulle cime delle dolomiti calabresi (la Sila), Tiziana raccoglie ribes, mirtilli, more e lamponi. E’ anche così che si richiamano turisti e curiosi per un’esperienza fiabesca tra le vette della Sila. Quanti sanno che l’olio di oliva solido si può spalmare come il burro. O una salsa aromatizzata con la cremosità di un prodotto spalmabile. Ci sono anche dei panetti di olio d’oliva da utilizzare nell’industria dolciaria al posto del burro e della margarina. L’olio di oliva solido è anche un’ottima base per la cosmetica. Tutto questo succede in Calabria. Sempre li, trovi la liquirizia più famosa del mondo (citata nell’enciclopedia britannica) grazie alla storica azienda Amarelli di Calabria. Poiché la liquirizia ha pur sempre un numero limitato di amatori, si utilizza anche per altro; grappa, acqua di colonia, birra, tisane firmate Twinings, il liquore Strega alla liquirizia. E se non ve ne siete accorti il museo della liquirizia Giorgio Amarelli contende alla Ferrari il primato di museo industriale più visitato d’Italia.

In Trentino, Daniela ha scoperto che la linfa della vite ha un potere energizzante ed è ricca di preziosi principi attivi, ideali per la realizzazione di creme e prodotti per il corpo. In un particolare periodo dell’anno la linfa di vite viene su dalle radici per esplodere dove il tronchetto è inciso, comincia a gocciolare dell’essenza che Daniela raccoglie meticolosamente con bottiglie di vetro, appese ai filari. E’ un rito che si ripete ogni anno e che è possibile solo attraverso una totale simbiosi tra il raccoglitore e la natura.

Carlo in Toscana ha realizzato un progetto in collaborazione con l’Università di Pisa e di Cagliari. Il suo caseificio produce con grande successo un pecorino anticolesterolo. È realizzato semplicemente modificando le abitudini alimentari dei greggi, cambiando i loro pascoli. Mille campioni, ventiquattro prove di caseificazione, cento formaggi sotto analisi e i risultati sono sorprendenti. Si sa che a chi ha il colesterolo alto è assolutamente vietato mangiare del buon pecorino ma oggi, grazie alla brillante intuizione di Carlo, non solo si può gustare, ma addirittura è consigliato per contrastare l’atavico nemico del cuore.

In Basilicata Pasquale, individua un antico canapaio, dove probabilmente in passato era prodotta la canapa e mette in coltura dieci ettari di canapa (cannabis sativa), di quelle a basso contenuto di principio attivo e ad alto contenuto di proprietà terapeutiche, trasformandola in olio, eccellente per le sue potenzialità da impiegare nella medicina e nella nutrizione umana, farine e biscotti, pasta e cioccolato, ma anche fibra, tessuti e materiale per la bioedilizia oltre a pannelli fonoassorbenti.

Matteo ha invece sperimentato la stravagante idea di coltivare in Veneto le microalghe della specie Spiruline e Haematococcus che sono davvero portentose. Le microalghe di Matteo, non solo vengono ampiamente utilizzate nel mondo della cosmesi e consigliate come integratori e ricostituenti nelle diete ipocaloriche perché particolarmente ricche di proteine sali minerali e antiossidanti naturali, ma sono molto utili anche in agricoltura perché risultano essere ottimi fertilizzanti naturali.

Roberta, a Massafra in Puglia, ha messo a frutto l’esperienza del padre nell’apicoltura e i suoi studi di biologia, creando il primo “spritz”afrodisiaco italiano composto di miele al mirtillo, al lampone, estratti vegetali di Cnidium monnieri e Rosa Canina in un elisir di Damiana, Echinacea e Karkadè, senza coloranti né conservanti.  Ottimo per cocktail e aperitivi analcolici se diluito con acqua liscia o frizzante e ghiaccio, oppure succhi di frutta; alcolici se diluito con vino, prosecco o spumante. Può essere usato anche come tisana se diluito con acqua calda.

Utilizzare colori agricoli medioevali per tingere naturalmente capi e accessori moderni come abiti scarpe e borse di pelle. E’ l’idea lanciata da Massimo, un imprenditore marchigiano, che partendo da storici documenti ha recuperato la coltivazione di antiche piante tintorie (guado, reseda, robbia, scotano e mallo di noce) che nel Medioevo erano prodotte per realizzare gli affreschi. Dai circa cinque ettari di essenze produce oggi dei colori naturali grazie ai quali ha lanciato un progetto di filiera con un’azienda leader per la produzione di cashmere, che ora si sta estendendo al settore del calzaturiero, garantendo la tintura in botte di scarpe e pellami. La tavolozza dei suoi colori ottenuti è davvero variopinta, dai rossi, ai gialli, ai grigi è un turbinio di incredibili pigmenti e coloranti vegetali in diversi formati, in polvere, liquidi o in pasta. Si parte dal guado, una fantastica pianta che ha fatto dell’Italia la patria del blu e si finisce alla buccia di cipolla, agli scarti di pomodoro, di carciofi, al mallo di noce all’edera e di tanti altri prodotti dell’orto che, attraverso un abile alchimia diventano colore allo stato puro. Storia, innovazione, ricerca e agricoltura, il futuro è proprio un arcobaleno.

Storie e territori che andrebbero raccontati molto meglio, nonostante qualcuno titoli “lotta per la Terra non per il tuo territorio” immaginandolo, come un pensiero in cui rinchiudere un concetto potentissimo. Non lo è. La deportazione dalle campagne ha prodotto un’apocalisse culturale di cui tuttora paghiamo gli effetti: la marginalità dei paesi, miniaturistici per numero di abitanti, e, contestualmente, il consumo indiscriminato di suolo nei centri urbani. Abbiamo bisogno di riconquistare potere e sovranità, che insieme al popolo e al territorio costituisce uno degli elementi essenziali dello Stato. Questo insegna la dottrina, quando un’organizzazione di governo esercita in maniera effettiva e indipendente la propria sovranità su un popolo insediato in un territorio, si è alla presenza di uno Stato.

Il territorio, aspro e soleggiato, nella Barbagia di Nuoro dove si produce l’uva Cannonau di Oliena padre inimitabile di grandi vini. Le Ciciones de Bessude, tipica e prelibata pasta locale, fatta interamente a mano, il Casizolu nel Montiferru, il mirto rosso e l’acquavite di mele. La lavorazione di pelatura del pistacchio eseguita in Sicilia, utilizza solo metodi artigianali. Dal sapore unico è applicato anche in diverse tipologie di prodotti tipici enogastronomici, come la preparazione di primi piatti e secondi, ma anche torte, antipasti, dessert, sorbetti, granite e gelati. Dalla birra alla carruba alla confettura di fichi d’india, alle mandorle sposate con pomodori pachino per creare un paté dall’inconfondibile sapore siculo. La farina di semi di carruba è venduta in tutto il mondo. È usata come stabilizzante e si trova in quasi tutti i prodotti alimentari: dalle salse ai condimenti, ai gelati.

Che la ricchezza di questo paese consista nella sua qualità paesaggistica – ivi compresi i paesaggi agrari – sembra un’ovvietà. Oggi, fortunatamente ne abbiamo maggiore consapevolezza. Lo raccontano le iniziative tese a dare o riconoscere valore alle produzioni realmente locali e di qualità, da non confondere con la moltiplicazione di sagre e sagrette di sedicenti prodotti di eccellenza variamente titolati.

Straniero in terra straniera [Alceste]

È l’italiano, ovviamente. In pochi decenni l’italiano, questa complessa costruzione di tre millenni, contraddittoria e feconda, multiforme e geniale, è stata vilipesa, mediocrizzata, evirata, prevaricata da una cultura non sua, stupida e vociferante.
I pochi sopravvissuti, coloro che, intimamente, si sentono ancora italiani, sono avviati, dalla consueta spietatezza dell’assolutismo PolCor, a sempre più ristrette riserve antropologiche.
Tutti sottostimano l’accelerazione di questi tempi.
È davvero sbagliato confrontare le mutazioni storiche del passato con la velocità del presente. È come vivere in un razzo sparato a velocità della luce che annienta ciò che si è stati e divora un futuro inesistente. Solo ciò che accade nel breve attimo che preserva la nostra esistenza ha valore: l’hic et nunc verrebbe da dire, ma liofilizzato, reso meschino, utilizzabile. Il cono di luce della sapienza si restringe sempre più; la memoria del pesce rosso, evocata satiricamente per significare la cio che è dimenticanza dell’uomo postmoderno, un deraciné, soprattutto, slargato da affetti di sangue, da ciò che fu la sua civiltà e felice d’essere gettato nel circo godereccio dell’indifferenza, non è più una metafora. È realtà.

Per chi vuole continuare la lettura PAUPER CLASS

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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