Articoli

L’esercito degli invisibili

Sul palcoscenico del mondo, milioni di esseri umani nascono e muoiono senza lasciare nessuna traccia della propria esistenza

di Maria Teresa Falbo

Un vero e proprio esercito di “invisibili” che nasce, vive e muore senza lasciare alcuna traccia della propria esistenza. Il 40% delle nascite di tutto il mondo non sono registrate. Il dato assoluto raggiunge termini percentuali drammatici nei paesi più poveri, dove 3 nascite su 4 non sono registrate, perché non esistono o sono carenti i servizi anagrafici e demografici per certificare nascita, decesso e cause di morte. Un esercito di invisibili che potrebbe arrivare a contare oltre i due terzi della popolazione mondiale, anche se il fenomeno, secondo le stime, oggi riguarda 48 milioni di bimbi. Questo scandalo dell’invisibilità significa che milioni di esseri umani nascono e muoiono senza lasciare traccia della propria esistenza, oltre tre quarti dei quali in Africa sub-sahariana e Sud-Est asiatico.

A livello globale c’è un gap insostenibile. Non esiste nessuna agenzia delle Nazioni Unite con la responsabilità di registrare nascite e decessi. Nel frattempo servono donatori e partner globali per promuovere e supportare sistemi di registrazione nei paesi in ritardo. Ma ancora nessun segnale significativo; tutto sembra continuare come prima e l’invisibilità è una dimensione che tocca anche altri milioni gli uomini che ogni anno vengono comprati e venduti come macchine da lavoro; altrettante le donne in regime di schiavitù costrette a prostituirsi o allo stupro sistematico in tempo di guerra; e un esercito di piccoli schiavi sono tutti quei bambini sfruttati senza alcun riguardo, fino alla morte. Ma esempi di privazione totale di libertà sono anche la vendita dei bimbi destinati a combattere negli eserciti del Terzo Mondo o costretti a rubare o ceduti a bande che li usano come merce sessuale o come materia prima per il traffico d’organi. In questo mondo civile e altamente tecnologizzato, dove sembra possibile esportare diritti a danno di altri, dove  accordi internazionali vengono conclusi ogni anno nell’ambito della Comunità europea con i paesi terzi, nonché con organizzazioni internazionali sempre più occupate alla stesura di diritti fondamentali a tutela delle libertà individuali, vige la regola dello sfruttamento del singolo nei suoi aspetti più inquietanti. In questo favoloso Eldorado che esclude chi non ha voce mentre tollera e forse protegge le moderne schiavitù ad opera di organizzazioni più o meno conosciute, ci chiediamo come sia ancora possibile che intorno a noi si svolgano drammi senza che questi catturino la nostra attenzione. Se non ne sappiamo abbastanza, dovremmo cominciare a dubitare della nostra stessa libertà.

Pensiamoci bene e chiediamoci se davvero viviamo da esseri liberi sotto la parvenza della possibilità di autodeterminarci, di scegliere e decidere della nostra vita. Se ciò che facciamo ogni giorno ha un senso per noi stessi piuttosto che per altri. L’esercito degli invisibili dovrebbe far riflettere sulle verità che crediamo di conoscere e indurci a domande tali da farci superare quella condizione che ci illude di libertà, mentre ci trasciniamo in un quotidiano dove “l’altro” è solo il nostro vicino di casa. Sembrerebbe un film dell’horror, purtroppo è una realtà che non fa notizia, che compare solo nei dossier a noi sconosciuti. E siamo troppo occupati ad ascoltare verità artatamente divulgate, per accorgerci che milioni di persone nascono e muoiono nel silenzio, che non compaiono in anagrafe ma in un listino prezzi.

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.