Fontanetto Po. L’incredibile storia di un teatro sempre pieno

A Fontanetto Po, paese natale di Giovanni Battista Viotti, la stagione di TeatroLieve è sempre sold out

Fontanetto Po. L’incredibile storia di un teatro sempre pieno.

Venerdì 4 novembre una immensa Milena Vukotic con il recital “A spasso con Daisy” ha dato il via alla stagione teatrale di Fontanetto Po in provincia di Vercelli, registrando più di otto minuti di applausi.

Luci accese, decine di entrate in palcoscenico, ma niente. Il pubblico in sala non accennava a smettere. Entusiasmo alle stelle.

Perché ne parliamo?

Prima di tutto perché il direttore artistico di TeatroLieve è un grande attore, regista teatrale, drammaturgo. Il suo nome è Giovanni Mongiano che ha portato Pirandello un po’ ovunque, e a Torino ha lavorato sia per il teatro Stabile che per il Regio.

Inoltre: la stagione teatrale si avvale della consolidata collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, e soprattutto si merita un “Oscar” speciale.

Dovete sapere che sin dal 2013 (anno di inizio della gestione del Teatro Viotti di Fontanetto Po, un vero e proprio gioiellino in stile liberty), ogni spettacolo in cartellone registra il tutto esaurito.

Avete capito bene, ho scritto “tutto esaurito” cioè teatro pieno, sold out, ogni volta e con lista di attesa. Caso, credo, più unico che raro in Italia.

Certo, si potrà obiettare che si tratta di un piccolo teatro di circa 200 posti, che non è (butto un nome a caso) il Carignano.

Infatti.

E’ un piccolo teatro in un piccolo paese (di poco più di un migliaio di abitanti) immerso nella bassa vercellese, che se non ti metti di buona lena non ci arrivi facilmente e ti perdi nelle risaie immerse nella nebbia.

Nonostante questo fra gli abbonati ci sono cittadini vercellesi e dei paesi limitrofi.

Ciò sta a significare che la capacità di fidelizzare ed “educare” alla cultura teatrale che Giovanni Mongiano ha seminato e coltivato per anni è stata ed è tutt’ora il richiamo principale.

Sono spettacoli di alto livello qualitativo, con grandi attori e importanti compagnie, e non tutti così “fruibili”. Non si ride con battute a uso e consumo del popolino.

Semmai si impara ogni volta, si esce con un bagaglio culturale arricchito.

È il caso ultimo dello spettacolo della Vukovic, che ha strappato più di otto minuti di applausi, e ha entusiasmato l’intera platea del Viotti.

<Un talento raro – conferma lo stesso Mongiano – tiene il palcoscenico in modo eccezionale, leggera, profonda, ironica. Anche nei minimi gesti, che forse ai più sfuggono, ma che (facendo lo stesso mestiere ) non posso non cogliere. Il pubblico era incantato e io di più>

Unanimi anche i commenti del pubblico in sala. <Quanta emozione, veramente un bellissimo spettacolo, commovente sino alle lacrime, interpretazione magistrale>

Questa immensa artista, che ha attraversato cinema, teatro e televisione, recitando per i più grandi registi di sempre da Fellini a Buñuel, da Scola a Zeffirelli, da Antonioni a Tarkovskij, Wertmuller, Monicelli, Risi, Ozpetek, a fine spettacolo, nonostante fosse stanchissima, si è concessa al numeroso pubblico in attesa dopo il recital per un selfie, una stretta di mano, un abbraccio e tanti tanti complimenti.

E per concludere, riportiamo una profonda riflessione del direttore artistico a fine serata, sulla funzione sociale del teatro, come importante luogo di aggregazione.

<Al di là del bellissimo spettacolo – chiosa Mongiano- venerdì sera si è vivacemente percepita la voglia del pubblico di tornare a teatro, di ritrovarsi, di stare insieme. E’ pur vero che il ruolo aggregativo del teatro, di scambi di pensiero e di incontro è da sempre riconosciuto sin dall’antica Grecia ma lo si riscontra, a mio parere, ancor più nei piccoli teatri di provincia come il nostro. Nei grandi teatri di città, il pubblico sostanzialmente non si conosce. Dopo due anni di “astinenza” dai contatti sociali e culturali ho visto le persone felici di poter ritornare a “essere partecipi” della vita teatrale, perchè qui c’è tutto un prima e un dopo lo spettacolo, fatto di chiacchiere, di condivisioni, di abbracci, di riunioni. Il pubblico si è soffermato a parlare con gli artisti, con me e con la produttrice dello spettacolo, come in una piccolo agorà, nel cuore della bassa vercellese>

https://www.lavocedigenova.it/2022/11/07/leggi-notizia/argomenti/eventi-8/articolo/lincredibile-storia-di-un-teatro-sempre-pieno.html

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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