I giovani e la storia

Ribelli senza causa

Dalle bande al movimento hippy che volle rifiutare le menzogne del sistema

I giovani sono sempre stati una costante nella storia, impegnati in prima fila per il cambiamento di situazioni sociali e culturali ritenute inaccettabili. Il desiderio di cercare una propria identità, favorirà e svilupperà un linguaggio comune estraneo a quello della società e degli adulti, presi come modello nel passato. Nuove forme di aggregazione al di fuori delle regole del conformismo sociale, avranno il loro inizio già nei primi anni ’50, nelle periferie delle metropoli americane. Nascono le prime bande giovanili, spesso violente e con un proprio codice di comportamento e valori alternativi a quelli “borghesi”. Il cinema intercetta il disagio e lo trasforma in pellicole immortali come Il Selvaggio, interpretato da Marlon Brando e Gioventù Bruciata con James Dean, il cui titolo originale è l’assai più emblematico Rebel without a cause, ribelle senza una causa.

Ma le bande capeggiate nei film dai due giganti della recitazione, hanno i loro epigoni reali, che si dividono territori e si scontrano violentemente, innescando atti di vandalismo e scontri spesso gratuiti e distruttivi. Famose e seguite quelle degli Hell’s angels, americane, e dei Teddy-boys inglesi. Il disagio è sempre in crescita ed è in parallelo che compaiono altri due fenomeni, indici del malessere giovanile, sono gli hipsters ed i beatniks. E mentre gli uni sono violenti e indipendenti da bande e ricercano emozioni da bruciare nel presente in corsa verso l’autodistruzione anche prodotta dall’eroina, i beatniks, dove beat è abbreviazione di beatitude, sono pacifisti, colti e intellettuali che preferiscono i paradisi artificiali della marijuana all’eroina. Questo movimento riuscirà a dare voce alle proprie angosce e alla disperata voglia di vivere, testimoniate dalle opere di Ginzburg come L’urlo, o Sulla strada di Kerouak, che diventeranno il messaggio per la generazione successiva. La beat generation rifiuta la società competitiva e disumana, il valore del denaro divenuto misura di tutte le cose, e propone come valori alternativi la solidarietà, l’ospitalità e l’amicizia. Nella Filosofia della beat generation, John C. Holmes definisce il significato di quest’ultima come di coloro che sono “calati nell’abisso della personalità, per vedere le cose dal profondo” che hanno già avuto dei precursori in Rabelais, Van Gogh e i fratelli Marx, comici. I semi germogliano in modo rigoglioso nella generazione successiva dunque, dando vita agli hippy, negli anni ’60.

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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