globe theatre studio

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il teatro racconta sempre qualcosa partendo da memorie del passato o da fatti moderni. Il racconto per noi non è mai indagine o denuncia ma un atto creativo di una realtà e di un mondo

L’ANTAGONISTA

Indossate Antagonist

(un abito leggero ed elegante)

Se si vuole fare qualcosa nella vita bisogna incontrare la forza opposta che gli uomini chiamano “Antagonist”, ovvero “colui che lotta contro”

Ogni cosa, dalla più semplice alla più complessa, dalla vita di un uomo a quella di una intera civiltà, ogni organismo sulla via dell’evoluzione incontra un potere apparentemente avverso, un Antagonista che ha forza e capacità pari all’ampiezza del suo progetto.

Quando dimentichiamo di essere creatori di realtà, allora si rende indispensabile, simbiotica, l’azione dell’Antagonista. Esso non è da temere, è da abbracciare! Sotto la sua maschera feroce si nasconde il nostro più grande alleato, il nostro più fedele servitore

E’, possiamo dire, un’arte del vivere e del pensare che può manifestarsi in mille modi. Riguarda anche il portamento, certo, i gesti e il modo di parlare. È un misto di educazione, gusto, personalità e curiosità. Un’impronta unica, un modo individuale e riconoscibile di esprimersi. Una mano energica e un cuore leggero.

Il teatro è essenzialmente stile, ovvero una modalità specifica di esecuzione

“Antagonist” ha un suo stile. È raffinato, elegante, di classe, va indossato con grazia e semplicità. Non è sinonimo di pochezza, tutt’altro: di linguaggio, di cognizioni, di sapere o di quant’altro possa essere trasformato in conoscenza.

Un abito cucito con grande cura e attenzione destinato ad essere vissuto in ogni momento della giornata, per questo, abbisogna della massima versatilità ad uno stile contemporaneo ed accattivante perfettamente su misura per ogni situazione. Non solo, ma necessita di particolare interessamento affinché riveli tutto il suo buon gusto senza affettazione o eccessiva ricercatezza. L’interessamento, s’intende, deve essere solerte e premuroso per l’oggetto in questione, tanto da impegnare sia il nostro animo sia la nostra attività.

E’, possiamo dire, un’arte del vivere e del pensare che può manifestarsi in mille modi. Riguarda anche il portamento, certo, i gesti e il modo di parlare. È un misto di educazione, gusto, personalità e curiosità. Un’impronta unica, un modo individuale e riconoscibile di esprimersi. Una mano energica e un cuore leggero.

La mano poggia sulla spalla dell’Antagonist ed è tanto possente quanto lo è il tuo progetto. Un cuore lieve accoglie le cose del mondo con agilità e immediatezza e con un senso dell’umorismo che non è la barzelletta raccontata ad amici compiacenti, non è “fare il buffone” con quell’idea di essere “simpatico” a tutti i costi per sentirsi pari agli altri o quanto meno accettato, non è criticare gli altri e ridere di loro.

Già, il buffone… una volta, quando il mondo era disgraziato e misero, i contadini che aspiravano a diventare “soldati”, lasciavano i campi e bussavano alla porta del castello chiedendo di essere accettati ad intraprendere l’addestramento alle armi. Altri, il cui desiderio era trascorrere una vita sacra e solenne ed esistere semplicemente nella preghiera, rispettosamente battevano alle porte dei conventi supplicando di essere accolti come postulanti. Chi sentiva di essere dotato di particolari inclinazioni o attitudini, cercava la bottega e domandava di diventare apprendista, il maestro si assumeva l’incarico di insegnare il mestiere al giovane praticante, che poteva o meno ricevere una paga e vedersi garantiti vitto e alloggio. Gli attori e i poeti andavano di piazza in piazza tra carestie e povertà. Chi voleva forgiare la sua stessa spada chiedeva umilmente al fabbro di insegnargli e impiegava molto tempo e fatica per diventare davvero bravo in questa nobile arte. Chi voleva cucire andava dal sarto e chi amava cucinare chiedeva al cuoco migliore che conosceva. Tutti volevano crescere e migliorarsi, ognuno nella propria arte, ognuno nel mestiere o professione scelta.

Nel mondo di oggi cosi abbondante ed enfatico, un uomo è capace di parlare alla propria donna così: “Non sto bene. Non so neanche io cosa mi stia succedendo, come posso spiegarlo a te?” Come chiamarlo? Non buffone, che sarebbe profondamente ingiusto nei confronti di una figura tanto delicata e generosa, che altro non voleva che divertire con lazzi e facezie, l’unico a cui veniva concesso di farsi beffe del Re senza dovere per questo pagare con la propria vita l’affronto. Anzi, fare del male al Buffone, o ucciderlo addirittura, era considerato un segno di sicura disgrazia, dal momento che legava il suo destino a quello del Re.

Naturalmente sono solo esempi, niente di più, ma se nel mondo opulento di oggi un uomo non ha la schiettezza e il coraggio di dire, che altro resta.

Una lunga premessa per arrivare a una cosa essenziale. Non particolarmente nuova, non un fatto che si rende improvvisamente noto, una verità rivelata. Tutt’altro, direi certa e facilmente prevedibile. Parliamo di abitudini: quella tendenza, cioè, a ripetere determinati atti, a rinnovare sempre quelle determinate esperienze. Accade al mattino, quando insieme all’abito indossiamo un’abitudine. E lo facciamo sempre, anche se..: “No, io facciamo attenzione a quello che indosso, non metto la prima cosa che capita, unicamente per coprirmi”. “Certo se indosso un pantalone chiaro devo ricordarmi che non posso metterlo con la prima cosa che capita”.

Frasi che sembrano ben rappresentare come, ogni giorno, noi, siamo soliti affrontare il quotidiano. Sempre con gli stessi abiti, ossia con gli stessi modi di essere.

Questo è “Antagonist”, una nuova possibilità. Il teatro, del resto, non è mai abitudine

La caccia condotta per anni da un poliziotto Javert, per assicurare alla giustizia il galeotto evaso Jean Valjean, condannato a 20 anni, e poi a l’ergastolo per aver rubato, spinto dalla miseria, un tozzo di pane.

I miserabili (Les Misérables) è un romanzo storico-sociale di Victor Hugo pubblicato nel 1862. Suddiviso in 48 libri, è considerato uno dei romanzi cardine del XIX secolo europeo, è fra i più popolari e letti della sua epoca. Leggi qui (su teatroimpresa.altervista.org)

L’ANTAGONISTA
Durata: 128 ore
Frequenza: 2 volte a settimana per un totale di 4 ore settimanali (8 mesi)
Luogo, Data e ora: Sala conferenze Biblioteca Comunale di Subiaco in data e ora da definire
Durata e Frequenza
Valore Indicatore ISEEFascia di redditoCosto totaleRata mensile
Da 0 a 23.120 €1Gratuito – 10% dei posti disponibili0
Da 23.121 a 27.000 €270% di sconto sul costo totale57 x (8 mesi)
Da 27.001 a 31.000350% di sconto sul costo totale96 x (8 mesi)
Da 31.001 a 40.000430% di sconto sul costo totale134 x (8 mesi)
Oltre 40.0015costo totale193 x (8 mesi)
Valori dell’Indicatore ISEE

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