globe theatre studio

globe theatre studio

il teatro racconta sempre qualcosa partendo da memorie del passato o da fatti moderni. Il racconto per noi non è mai indagine o denuncia ma un atto creativo di una realtà e di un mondo

Articoli

Il tuo corpo è uno Stradivari

Antonio Stradivari è il liutaio più conosciuto al mondo. Nacque a Cremona nel 1644 (secondo alcuni, pochi anni dopo) da Alessandro Stradivari e Anna Moroni. Lavorò inizialmente per l’architetto Francesco Pescaroli e dal 1667 al 1679 fu allievo di Nicola Amati.

La sua storia

Storie di vita vissuta, ovvero il grande palcoscenico del mondo

Il privilegio della bellezza

La qualità capace di appagare l’animo attraverso i sensi, divenendo oggetto di meritata e degna contemplazione: (cit.) Più dell’oro possanza Sovra gli animi umani ha la Bellezza (Parini)

Chiameremo Marica questa nostra amica che ha raccontato la sua storia comune, forse, a molte donne. Ricorda a tratti quei film anni ’70 dove le donne erano rappresentate come maliarde a caccia di avventure erotiche in vari ambienti che suggerivano la situazione tanto piccante quanto a volte oggettivamente poco probabili come la caserma, dove una sensualissima Edwige Fenech era spiata dal buco della serratura, intenta a fare la doccia. Bene, è ciò che è più o meno accaduto a Marica, che si è trasferita dal Piemonte, dove era infermiera in una clinica privata prima di trasferirsi a Genova, due anni fà. Bella, anzi bellissima, un corpo da urlo, come si dice, alta un metro e ottanta, due occhi verde acqua che comunicano sicurezza di sé. Ricorda molto Lauren Bacall, la famosa attrice americana che fu moglie di Humphry Bogart. Fine ma anche con un che di aggressivo, suo malgrado, nel modo in cui si propone. Ma lei lo sa e me lo dice in anticipo. Ne ridiamo un po’. In fondo tutte le donne con una forte personalità, difficilmente sono ben accette.


Sei decisamente una bomba sexy!


Lo so. La mia fortuna e la mia sfortuna al tempo stesso. Io non ho potuto continuare gli studi, sono arrivata al primo anno di Istituto Tecnico per geometri e poi ho dovuto lasciare. Non mi sono mai data gran pena per questo, sapevo di essere bella e immaginavo grandi cose per me.


Raccontaci


Ecco, a sedici anni lasciata la scuola, iniziai a fare la barista nel locale di una parente, dove spesso veniva un medico di una clinica privata lì di fronte. Un quarantenne gentile e simpatico che mi convinse a seguire un corso per infermiera con la promessa di farmi entrare nella clinica, devo dire lussuosa, dove lui ne era direttore sanitario. Finito il corso, non senza il suo aiuto nello spiegarmi molte cose tecniche, fui assunta così come aveva promesso. Tutto andò bene per qualche mese finché un giorno cambiarono i turni e io mi ritrovai nel notturno, dove conobbi un giovane medico di guardia che cominciò, anche lui, a farmi la corte. Il direttore venne a saperlo e da quel momento cominciarono i guai, la sua gelosia morbosa e le minacce di licenziamento per comportamento immorale ecc ecc. Avevo capito da un pezzo che era innamorato di me ma non accettavo le sue cattiverie, non avevo un briciolo di umiltà e agivo con una certa sfrontatezza. In fondo lo avevo in pugno. Mandò via il giovane medico e mi cambiò turno. Il clima non era dei migliori ma fra tutte ero una privilegiata per via della mia bellezza. Se sbagliavo qualcosa, tutti me lo facevano notare con gentilezza, contrariamente alle mie colleghe che erano rimproverate ad ogni piè sospinto.


Vuoi dire che il fatto di essere bella ti ha risparmiato anche qualche sanzione disciplinare?


Si, anche se non di natura infermiere-paziente. Lì sono sempre stata molto attenta, la cosa riguardava piuttosto il fatto che se qualche collega mi manifestava antipatia e si azzardava a farmi qualche dispetto erano guai. Grazie al rapporto con il direttore, diventato più tardi il mio amante, facevo cambiare turni e, in alcuni casi anche licenziare. Mi stancai presto di questa situazione e la mia vita prese una piega diversa quando morì mio padre, proprio in quella clinica. Mi accorsi della professionalità dei colleghi, della capacità di sostenermi, nonostante tutto, e mi vergognai di aver usato la mia bellezza come arma di “offesa e difesa”. Decisi di rimettermi a studiare, consapevole dei sacrifici della cosa: scuole serali per diplomarmi in ragioneria e passare all’amministrazione. Poi, magari anche l’università con economia e commercio. Insomma, buoni propositi. Così fu. Mi diplomai e passai all’amministrazione. Tutto fu facile, perfino quando arrivarono le promozioni per passare a dirigente dell’economato. Ad essere sincera non ero esattamente all’altezza, ma lo stipendio era quasi il doppio, potevo comprarmi una casa e fare tante altre cose. Sapevo chi avrebbe deciso le nomine e andai a trovarlo, per propormi di persona….


Volevi sedurlo?


Esatto. Sai, credo che agli uomini, in genere, basti poco per perdere la testa. Mi vestii in modo elegante, non troppo vistoso ma attillato: pantaloni, camicia, giacca. Molto manageriale ma anche molto sexy. Sai, come nei film americani, dai quali ho imparato a vestire…La mise fece effetto e passai una mattinata… burrascosa…


Cioè?


Appena entrata, notai lo sguardo feroce della segretaria che mi trattò con sufficienza e freddezza. Ma una volta nello studio di quel barbagianni, capii che il posto di direttore dell’economato era mio. Questa persona era un tipo distinto, medico anche lui, sui sessanta. Fece subito delle avances, facendomi anche domande sul privato, alle quali risposi aggiungendo particolari non richiesti. Nulla di volgare ovvio, ma oseè, in modo delicato e furbetto. Mi invitò a cena la sera stessa e mi baciò la mano sussurrandomi “Il tuo corpo è uno stradivari”. Lì per lì non compresi, poi, per strada, mi venne in mente la forma sinuosa di un violino di pregio. Iniziò una relazione che andò avanti per cinque anni, durante i quali mi licenziai dalla clinica, stanca di dover anche portare avanti la storia con il direttore che, nel frattempo, si era anche sposato.


Non ti amava?


Mai amata, credo. Vedi, gli uomini, in fondo, hanno paura delle donne belle perché temono di essere rimpiazzati, prima o poi. Credo che la maggioranza cerchi una moglie normale, forse anche mediocre, che aspetta in silenzio il ritorno del “guerriero”, ma poi tutti cercano un’amante, stanchi della routine e della normalità. Certo ci sono le eccezioni, ma restano tali. Io non ho mai incontrato l’uomo che desidererei avere.


Nemmeno il sessantenne?


Ma no, quello aveva più paura di tutti anche se era schiavo della moglie. Non lo amavo nemmeno io se per questo. Però ho afferrato la palla al balzo. Mi sono fatta intestare alcuni suoi beni immobili, compreso una vasta tenuta che sto vendendo per andarmene all’estero.


Come mai?


Perché ormai sono abituata ad usare me stessa per non avere problemi. Ho conosciuto un uomo proprietario di alcune società importanti. Sarò amministratore di una di queste e guadagnerò moltissimo.


Allora delle qualità le hai, mica solo bellezza!


Certo. Ma la bellezza mi ha sempre dato grandi vantaggi. A volte penso che ci sono un’infinità di donne che, pur essendo molto più preparate di me, non hanno le mie stesse chance. Oggi il mondo è così e può capitare che pur non avendo una grande intelligenza o, diciamocelo, alcuna qualità, vanno avanti con la bellezza. Ecco, io ho sfruttato questo e mi ha… fruttato, molto.


Trovi morale averlo fatto?


Se non fai del male a nessuno si. Io mi adeguo al mondo, non ho la pasta dell’eroina che “se la risparmia” per l’uomo che sposa. Quando ero più giovane, ero anche un po’…stronza. Poi no, ho fatto anche del bene. Ho aiutato molte persone.


Questo “darti” ti ha inaridita o sensibilizzata?


Inaridita no di sicuro. Sensibilizzata non direi, lo sono di mio. Si tratta di scelte, ecco. Se mi guardo davanti allo specchio mi dico che la bellezza è un dono, a qualcosa dovrà pur servire.


E dei diritti delle donne, cosa ne pensi?


Sacrosanti ma con una precisazione: finché si reclamano diritti, c’è sempre qualcuno che decide per te. Mi fido delle donne ma non delle donne in politica. Fanno compromessi come gli uomini perché ancora non sanno fare a meno della loro gratificazione. E poi sono politiche, cioè furbe. Non mi fiderò mai di loro. La nostra conversazione finisce qui. Inutile dire il viavai dei nostri colleghi, tutti super gentili stamattina. Claudio Cavallo, di origine piemontese come Marica, ha proposto un fine settimana nella terra natia. Però ha dovuto invitare tutti…

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.