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il teatro racconta sempre qualcosa partendo da memorie del passato o da fatti moderni. Il racconto per noi non è mai indagine o denuncia ma un atto creativo di una realtà e di un mondo

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La sceneggiatura per un film magico

La sceneggiatura per un film magico… non sempre è così magica da assicurare il successo di un film. Eppure… se i personaggi non sono ben sviluppati, se la storia è in ritardo e non mantiene il nostro interesse, allora anche le più importanti stelle di Hollywood, quelle da milioni di dollari per intenderci, non possono farla funzionare. Non è forse capitato di vedere un film firmato da un grande regista con attori famosi e il film non essere affatto all’altezza delle aspettative?

Ora, vi invito a leggere questo dialogo preso da Facebook dove qualcosa di interessante viene detto. Si omettono naturalmente i nomi, semplicemente A risponde a B e poi intervengono C, D ecc. Solo nell’ultimo commento si dichiara l’identità per sapere bene cosa un professionista pensi realmente.

A: Salve a tutti. Ho scritto varie sceneggiature di episodi sullo stile di “Twilight Zone” , titolo italiano “Ai confini della realtà”. Qualcuno può dirmi come fare e a chi presentare qualcuno dei miei lavori? Vorrei partecipare a qualche concorso. Grazie

B: Non puoi fare niente. Per avere un minimo di visibilità devi partecipare al Solinas, che però non è un concorso dedicato alla serialità, bensì a soggetti per lungometraggi, e tentare di vincerlo. A quel punto, forse, qualche porta ti si apre.

A: Ho anche quello… ma è troppo hollywoodiano per i canoni italiani, incastrati alle commedie nevrotico-intimiste e al neorealismo anni ’50. Figuriamoci… aerei e viaggi nel tempo… in Italia sarei condannato al manicomio! Grazie comunque.

B: Il Solinas ha anche una sezione dedicata alla serialità…

C: Si chiama “Experimenta serie” e in genere il bando esce in autunno, ma sul sito del Solinas puoi trovare il bando dell’anno scorso, utile per preparare i materiali.

D: Ciao sono interessato a leggere gli episodi, se vuoi ti firmo un patto di riservatezza.

A:  E poi…? (ndr. Il soggetto D non risponderà)

A: No, gente. È solo una questione prettamente cultural-italico-bigotto-bacchettona. Se un italiano avesse presentato sceneggiature tipo TITANIC, INDEPENDENCE DAY, TIMELINE, RITORNO AL FUTURO, THE DAY AFTER TOMORROW, sarebbe stato preso per pazzo e internato in un manicomio. Ve lo immaginate un film tipo “RITORNO AL FUTURO” girato in Italia? Assolutamente inimmaginabile!!! Il cinema in Italia è fermo al neorealismo anni ’50 ed è lì che deve rimanere, probabilmente a causa di misteriosi ordini dall’alto. Poi ti vengono a raccontare balle del tipo “Eh, ma là hanno grossi badget… hanno la possibilità di fare questo e quest’altro… BALLE!! MASTODONDICHE ED INCREDIBILI BALLE!! Sto ora, per esempio, visionando su Focus il film “FREQUENCY, IL FUTURO È IN LINEA” . Non ci sono grossi effetti speciali, a parte aurore boreali ed un braccio che viene atrofizzato, cosa che si può fare tranquillamente con qualsiasi PC! Il film è vecchio di 20 anni, eppure… non servono particolari budget milionari, ma l’idea e la fantasia, che in Italia sono atrofizzate da una mentalità retrograda e pilotata da un sistema atto a mantenerci arretrati e che tarpa le ali alla fantasia. Qui solo “Ciclone in Convento”, “Un Passo dal Cielo” (che trasforma addirittura il Südtirol come fosse un sobborgo di Roma, distruggendo la vera natura tedesca del posto)”, distretti e medici in famiglia, nonché i cine panettoni… nient’altro! Una cultura cinematografica piccola e caratterizzata da storie improbabili, nevrotiche e di una semplicità a dir poco disarmante! Niente magia, niente spettacolarità, niente o pochissima azione. Non posso e non voglio presentare le mie sceneggiature in questo paese… non voglio finire i miei giorni in una casa di salute mentale. Un film che parla di un aereo di linea americano che decolla da New York alla volta di Parigi e che viene catapultato nella Spagna del XV Secolo, il secondo pilota dell’aereo che si innamora di una ragazza medievale e se la porta nel ventunesimo Secolo, lei non procrea e i suoi discendenti non nascono più e si viene a creare un paradosso temporale… no, no… qui non va!

E: Non è così semplice, la post produzione può anche diventare costosissima, hai nominato due film ad esempio i cui effetti speciali sono sicuramente costati chissà quanto in era analogica…se scrivi roba alla THE DAY AFTER o RITORNO AL FUTURO non credo ci sia nessuno in Italia disposto a spendere

A: e “FREQUENCY, IL FUTURO È IN ASCOLTO”? Che mi dici?

A: Effetti speciali praticamente inesistenti… è la fantasia che manca qui! Nient’altro!

A: e film come SHINING? Effetti speciali… nulla! Un successo mastodontico!

E: non puoi proprio ragionare così… un film costa, e tanto anche, ho visto film pazzeschi fatti con “fantasia” come dici tu, ma sempre parliamo di ottocentomila euro, che davvero è il minimo sindacale. La regia costa, fare riprese costa…che fai, risparmi sulle luci o sui carrelli o sulle steadicam? Così te viene na fotografia che poi non vai da nessuna parte. Nono sono solo gli effetti speciali a costare tanto…

A: E gli introiti? Spendi una milionaria e ne incassi 20 volte tanto… è così difficile? Cosa può costare un “Frequency, il futuro è in linea?” Un radioamatore della Milano o Roma degli anni ’60 che a causa di qualche evento atmosferico-magnetico si trova a parlare con suo figlio nella Milano/Roma degli anni 2000, e le vicende che seguono? Niente più che un cinepanettone, solo molto più interessante e spettacolare! Null’altro!

A: È la fantasia che manca qui. Niente altro.

A: Anzi, per il cinepanettone devi anche andare a Cortina a fare le riprese, mentre nell’altro caso rimani a Milano/Roma!

E: Ma quali introiti? Guarda che non è la fantasia che manca, poi dopo un film lo devi anche distribuire altrimenti quando li vedi gli introiti? La distribuzione è un costo che va a carico della produzione, ora, chi si prenderebbe la briga di darti – diciamo – un milione di euro per un film che è un punto interrogativo? Sempre poi fermo restante che quel film costi solo un milione, perché 120 minuti su un prato, in città dentro un paio di case e un ristorante e già ci stai sul milione. E’ tutto bello, ma poi bisogna fare i conti con l’oste. I cinepanettoni costano anche essi, non ti credere, la realizzazione che piaccia o meno è molto tecnica e ben fatta. Poi che sono cinepanettoni è un altro paio di maniche, ma comunque sono film che non devono essere di nicchia

A: Considerato il fatto che l’Italia È, un paese di nicchia, è quindi presente la paura di non avere i giusti introiti. La nostra cultura è relegata e atrofizzata nel passato ed è caratterizzata da una mentalità semplice e “terra terra”. Ho capito cosa vuoi dire. Qui non si è abituati alla “troppa spettacolarità” o alla “troppa fantasia”… e perciò si preferisce non fare il passo più lungo della gamba. Una domandina, però, mi sorge spontanea: come mai quando esce un film hollywoodiano le sale cinematografiche, anche in Italia, si riempiono fino a farle quasi sprofondare?

A: Devo poi aggiungere il fatto che, come hai detto tu, giustamente, 120 minuti su un prato o fra le case qui costano già un milione… essendo questo uno dei paesi più tartassati dell’intero pianeta! Sono convinto che in USA o in Germania, o in Francia, sta roba costa dieci volte meno.

E: Errato, in America per lo stesso prato la produzione ti dà dieci volte tanto. Loro producono solo ed esclusivamente altissima qualità, altrimenti non staremmo qui a parlare in eterno di Actor Studio e di Hollywood.

Mettiti su internet sul film che ti pare prodotto in USA e vedi quanto è costato, poi trai le tue conclusioni.

In ultimo, senza avertene eh, la fantasia conta poco e niente.

Il mio prof di sceneggiatura ha sempre detto che il talento di un regista, attore, sceneggiatore etc, è il 10%, il resto è studio, è sangue, impegno e fatica per studiare. (ndr. E se lo dice il suo Prof.)

Il mio prof di fotografia analogamente ripeteva che per fare foto perfette ci vuole il metodo, senza metodo è certo che fai mondezza.

Detto ciò la situazione è questa, se mandi a concorso una sceneggiatura o un romanzo o un soggetto, se dentro non c’è tecnica, viene cestinato in un nano secondo, e anzi, svariati selezionatori mi hanno detto senza mezzi termini che l’ambiente è molto più piccolo di quanto sembri, quindi se mandi una roba orribile si parlano fra loro e il tuo nome è sputtanato.

Io stessa ho avuto fra le mani roba inguardabile, ma veramente orrenda, e ancora sono nessuno.

In generale per come la vedo io in tutte le cose si distingue solo chi ha versato sangue nello studio.

Per il resto la cultura in Italia è questa, quindi se pensi di aver scritto una roba pazzesca ma anche normale ti conviene di cercare sponsor fuori, in Francia o in Belgio o in Germania.

Qui chi ci mette i soldi sa cosa fa e ha molto ben chiaro cosa vuole, anche un produttore è un professionista e non perde tempo se non vede un rientro consistente e certo.

F: Secondo me ti fai troppi viaggi… ciò che dici è vero… ma non esistono piani malvagi dall’alto solo che i soldi del cinema italiano sono in mano a pochi vecchi produttori che non amano rischiare… buttano fuori prodotti che sanno funzionare più o meno e che non costano molto… ti dico una cosa che mi è arrivata da un produttore romano molto inserito… Un produttore americano considera un buon risultato quando con il primo weekend si è ripagato abbondantemente il budget del film. Per un produttore italiano è un buon risultato solo se ci ha guadagnato abbastanza prima della fine delle riprese… tra sovvenzioni statali, sgravi e fatture gonfiate i produttori ci guadagnano anche se il film alla fine non dovesse uscire al cinema… certo quando esce e fa buoni guadagni è tutto grasso che cola ma non ci sono più i produttori di una volta che mettevano sul piatto milioni di tasca propria sperando che il film funzionasse… ora è tutto un magna magna al ribasso ed è un miracolo che un paio di film all’anno siano anche buoni…

A: È ovvio che ci vuole tecnica e il film non deve risultare una cosa orribile… altrimenti non si dovrebbe nemmeno cominciare a scrivere, ma andarsene a cercar funghi! La trama deve essere eccitante e scorrevole, l’estetica ha un’importanza altissima, i particolari devono essere curati nei minimi dettagli e bisogna assolutamente non cadere nello stile “B movies”. Niente incongruenze e anacronismi, tutto deve seguire la logica sublime di un meccanismo perfetto. Se no… Ciccia!

Marta Gervasutti Regista e Casting Director  Non confondere però cinema italiano e televisione italiana! Hai citato serie per televisione generalista, ma non hai considerato esperimenti di altissimo livello e cinematografici, tutti italiani, come “la doppia ora”, “lo chiamavano Jeeg Robot”, “il ragazzo invisibile”, “il racconto dei racconti” “veloce come il vento” e il freschissimo “il primo re”. (ndr. Li chiama proprio così, esperimenti di altissimo livello) Ti posso dare ragione sul fatto che, purtroppo, a fare la parte del leone sono sempre commediole poco preziose, ma questo perché questo genere di prodotti, rimane comunque il più visto nelle sale. La “colpa” è del pubblico (ndr. Capito di chi è la colpa?). Si realizzano progetto per far contento il pubblico e, per evitare di andare in perdita, i produttori vanno sul sicuro, sapendo che la gente andrà al cinema. Gli esperimenti, soprattutto dopo la crisi, in una recessione che viene nascosta al popolo italiano, purtroppo sono rischiosissimi, tanto da far poter chiudere società con una grande storia alle spalle. Il nostro cinema non è comandato da majors, quindi il paragone con l’America non sussiste! I registi, gli autori, i produttori, qui, è come se facessero un altro lavoro, hanno altre responsabilità. In America è la major che mette sotto contratto gli sceneggiatori per scrivere quella storia lì e poi ricerca il giusto regista per quella sceneggiatura lì. In Italia si va addirittura alla ricerca dell’idea giusta, non commissionata, si parte già alla cieca, per farti capire…quindi di cosa stiamo parlando? Quando gli stessi sceneggiatori, soprattutto se sono alle prime armi ed hanno delle buone idee, devono pure avere il timore di far leggere il proprio lavoro, perché, se piace, magari te lo fregano pure! Il problema parte da lì! Dalla mancanza di rispetto verso chi, le idee le ha, e se le tiene strette per paura che gliele freghino! Le idee ci sono! I soldi sono di pochi. Il magna magna continua ad esser sovrano. I sogni possono essere calpestati senza rispetto alcuno. Non te lo dico solo perché mi è successo spesso e volentieri, te lo dico perché è successo a tanti altri e perché, senza nemmeno astio e rancore, l’unica cosa che posso suggerire, è quella di crearsi una cerchia di persone fidate e lottare per riuscire a realizzare ciò in cui si crede. Sempre. Fregandosene anche delle ingiustizie, che, bada bene, esistono e sussistono anche in America! Perché, va bene tutto, ma non sono mica Santi là, eh!

Così parlò la Regista e Casting Director…

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Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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