La timidezza dell’attore

ovvero come non sempre è necessario superare questo fastidioso inconveniente

Timidezza, insicurezza e paura, disagio, inadeguatezza e ansia sociale!  Il solo pensiero di parlare di fronte a gruppo di persone vi fa venire il mal di pancia o la voglia di attaccare la testa fuori dalla finestra dopo una doccia nella speranza di ottenere un raffreddore? Molte persone nel mondo soffrono di timidezza e stanno lottando per superare tale condizione di insicurezza e paura. Tutto ciò non avviene magicamente dall’oggi al domani. Ci vuole tempo, impegno, e, naturalmente, il desiderio di cambiare. Molti attori dichiarano di essere timidi e il teatro può rivelarsi strumento utile. Pensate alla radice della vostra timidezza. Semplicemente, per quale motivo siete imbarazzati quando i riflettori vi colpiscono? Di solito è il sintomo di un problema più grande.

E’ un bravo ragazzo, educato, generoso e disponibile con tutti, ma che vive con crescente preoccupazione il suo stato di scapolo. Ha cercato molte volte l’approccio con le ragazze, ma, pur essendo simpatico, la sua stazza pesante gli ha precluso successi. Lui stesso afferma di non essere piacevole agli occhi delle ragazze. E’ la storia di Marty il timido, un film degli anni ’50 interpretato da un grande attore, oggi scomparso, come Ernest Borgnine.

Ma quanti vivono la stessa condizione di timidezza, insicurezza, paura. Da non confondere con la riservatezza e l’introversione o semplicemente con quei tratti del nostro carattere, come l’essere discreto, chiuso, modesto e a volte leggermente impacciato. Queste possono rivelarsi delle qualità più che dei difetti. Ma quando, a un certo livello, interagire con altre persone ci mette costantemente a disagio? Quando cominciamo a sentire quel senso di inadeguatezza e il rossore compare sulle guance e le parole si fanno balbettii, senza dimenticare le mani sgradevolmente sudaticce? Allora tutto il mondo sembra li ad osservarci, pronto a dare severi giudizi su di noi. In questo caso la faccenda si fa più seria. E’ vero, tutti noi nessuno escluso, siamo timidi in una qual misura. La differenza sta nel grado di timidezza. Anche le persone più socievoli e sicure di sé, di frequente rimangono influenzate dalle opinioni altrui, e in particolare dal giudizio che altri hanno su di loro. Perfino se dicessimo a noi stessi che “non me ne frega niente” e tutti i nostri amici si rivoltassero improvvisamente contro di noi in una sola volta, anche il più resistente di noi lo vedremmo barcollare e dubitare di se stesso.

Naturalmente non c’è niente di male ad essere timidi, soprattutto se riusciamo a mantenerci entro certi limiti senza trasformare la timidezza in una vera e propria ansia sociale. Possiamo ugualmente vivere una vita normale e dignitosa nel rispetto dell’ambiente e della comunità dentro la quale agiamo. Ma non c’è niente di male anche nel non esserlo.

Molti attori dichiarano di essere timidi. Chi sospetterebbe mai di Lady Gaga. E che dire del compianto Freddie Mercury? David Bowie, Jim Carrey, Harrison Ford o Kevin Costner. Ce ne sono tanti altri. Anche a casa nostra abbiamo esempi significativi. Due su tutti, straordinari attori come Vittorio Gassman e Totò. Fiorenzo Fiorentini, attore caratterista romano nella vita normale balbettava regolarmente, ma appena saliva su di un palcoscenico, la balbuzie magicamente scompariva. Nino Manfredi era divertito e affascinato da questo curioso fenomeno – “è straordinario appena comincia a recitare non balbetta più, diceva”. Nel mondo del teatro, tanti artisti hanno usato questo mezzo espressivo per superare i disagi di una personalità un po’ troppo introversa. E’ bene ricordare che la timidezza è solo un’emozione, non un tratto della personalità permanente. E noi tutti abbiamo il potere di cambiare il sentimento di timidezza attraverso il desiderio e le azioni.

Esercizi pratici per superare la timidezza

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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