L’abitudine CREATIVA
Abitudine. La ricerca del lavoro della nostra vita, il problema principale di fronte al quale tutti noi desideriamo fare qualcosa di significativo nel mondo. Ma che i sogni non si trasformino in inganno della mente, nell’ansia dell’attesa di un atto o di un fatto destinato a rimanere irrealizzato, nel concepire speranze vane, nel formarsi un’opinione inesatta. Potremmo volere la luna, eppure anche per questo è necessario tendersi e allungare la mano.
Noi siamo ciò che facciamo, ma è pur vero che quello che facciamo rispecchia esattamente ciò che siamo. La creatività non è un “tocco” ma abitudine e dunque impegno, compito, faccenda, occupazione. Quindi, se si vuole mordere e lasciare un ammaccatura nell’universo, (“We’re here to put a dent in the universe. Otherwise why else even be here?”) come ebbe a dire una volta Steve Jobs, si deve iniziare qui dove siamo ora e non dove vorremmo essere. E’ un primo passo.
Prima di poter suonare come Jimi Hendrix, impariamo scale e accordi. Prima di scrivere il prossimo Orgoglio e Pregiudizio, prendiamo carta e penna e cominciamo a scrivere una breve storia. Piccoli sforzi accumulati nel tempo per creare qualcosa di significativo. Un’altra opzione a questa? Non fare niente, sognare. Ma la nostra passione merita di meglio. Iniziare con qualcosa che si può fare oggi, anche se è solo per cinque minuti. E domani, farlo di nuovo forse per una decina di minuti. E ancora. Tutto, che tu voglia essere un santo attraverso la meditazione o diventare un meccanico che aggiusta auto, comporta pratica. Quindi, iniziamo a fare qualcosa. Prendiamo quella chitarra in mano, sediamoci davanti al computer o con una Bic da due euro un foglio di carta e cominciamo. Quanto più si lavora, più facile diventerà. Ecco i piccoli passi che portano alla grande impatto. Buon viaggio.