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Napoli unica e straordinaria

Napoli è una città unica, qualunque cosa si pensi, nel bene e nel male. Non esiste niente di simile e solo per questo dovrebbe essere considerata la nostra capitale culturale in modo permanente. Navigando su internet ho trovato una notizia alquanto curiosa. Un anno fa, esattamente il 5 marzo 2016 a Napoli si è svolta una singolare manifestazione. Quel giorno i napoletani (le cronache non riportano quanti se 100, 1000 o 100.000) sono scesi in piazza davanti al sagrato del Duomo sventolando migliaia di fazzoletti bianchi. Perché i fazzoletti bianchi?

I fazzoletti, raccontano, rappresentavano “il simbolo della laicità della Deputazione della Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro”. Questa frase, probabilmente, si riferisce a un diritto che la città di Napoli ritiene di avere sulla Cappella e sul tesoro stesso; un diritto di assistenza e di protezione s’intende. Infatti, sia la cappella che il tesoro sono gestiti e custoditi da quasi 500 anni – esclusivamente in nome e per conto del popolo partenopeo – dagli eredi dei Sedili (così si chiamano) nonché dal primo cittadino di Napoli, il sindaco pro tempore. Un decreto del ministro Alfano, (parliamo di un anno fa) avrebbe posto questo patrimonio sotto il controllo diretto della Curia partenopea con a capo il cardinale Sepe. Per questo si è scatenata la rivolta, con la sonora sconfitta della chiesa e dello Stato e il conseguente ritiro del decreto. Dell’episodio è stato fatto un piccolo documentario, e gli autori così lo presentano: [..che vide migliaia di napoletani scendere in piazza per salvare il loro salvatore, San Gennaro, “cittadino tra i cittadini” e con esso una delle più incredibili pagine della nostra cultura e identità]. Definito da loro, “una della più incredibili pagine della nostra cultura e identità”. Napoli, dunque, come sacca di resistenza all’omologazione imperante?

I venditori ambulanti, quelli cioè, che con frasi d’effetto decantano i pregi della propria merce, cercando di attirare il pubblico per convincerlo ad acquistare i loro prodotti, sorridono nel vedere fattarelli del genere. Essi dichiarano che “La cultura non è mai unica, è sempre una sovrapposizione di strati, e più strati abbiamo più la nostra cultura è ricca. Soprattutto, la cultura non è una roccia immobile, è una continua evoluzione di idee”. Parole sonanti per dare a intendere cose non esattamente vere. Anche gli strilloni più arrabbiati, quelli che vedono in ogni cosa qualità inesistenti, quelli che allettano la gente ad entrare nel loro mondo, non invitandoli educatamente alla conoscenza, ma spingendoli con forza all’accettazione, dichiarano: “La grande forza culturale italiana non è nata dalla chiusura in difesa di un’identità nazionale, ma è nata dalla ricchezza della varietà delle componenti e delle influenze che l’hanno nutrita”. In questo, in effetti, c’è del vero. Omettono di dire, soltanto, che l’atto stesso, del nutrire e del nutrirsi, del contribuire ad arricchire le proprie facoltà spirituali e intellettuali si è in pratica svuotato, consumato, grazie a quel modello secondo il quale, ogni cultura necessariamente (forzatamente) deve portarsi (convertirsi) a un livello più alto, dominante per poter prendere parte al cosiddetto “progresso”.

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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