globe theatre studio

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il teatro racconta sempre qualcosa partendo da memorie del passato o da fatti moderni. Il racconto per noi non è mai indagine o denuncia ma un atto creativo di una realtà e di un mondo

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Non uscire di casa senza una rivoluzione in tasca

Perché, in ogni caso, e qualunque cosa si pensi, cavalcare bisogna.

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Una rivoluzione, un cambiamento, la semplice mutazione improvvisa di uno stato di cose. Si sostiene da più parti con insistenza, in ogni ambito della vita sociale, politica e culturale. Che il mondo stia cambiando velocemente è piuttosto evidente, anche se questo meriterebbe qualche riflessione a parte. Lo fa con una certa pressione, ed è tanto grande che per alcuni l’intensità necessaria per questo compito è schiacciante.

Tutti, naturalmente, sono per il cambiamento. Non c’è forza politica che non lo dichiari. La questione che si pone è molto semplice: un cambiamento auspicato da questo o quel partito sarebbe un vero cambiamento, o un cambiamento per non cambiare niente?

Chi non conosce Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il suo celeberrimo romanzo, “Il Gattopardo”?

In ogni caso, qualunque cosa si pensi, si ha la netta sensazione che, al contrario di quanto sembra, nulla cambia. Referendum abrogativi di leggi vinti con maggioranze schiaccianti, politiche del lavoro solo apparentemente utili, vuoti legislativi su questioni fondamentali. Anche su un piano personale sembra di essere impotenti a riscrivere un futuro decente.

La cultura che ci circonda si sta lentamente ma inesorabilmente sgretolando, come un biscotto messo sotto un rubinetto aperto. L’integrazione si trasforma in disintegrazione. Qualcuno non ama la tua cultura, e non capisce la tua democrazia. Qualcuno odia i balli e la musica, e sfoggia buoni discorsi sulla diversità ma che non hanno alcun fondamento con la realtà. Qualcuno pensa bene di poter travolgere la folla che con gli occhi verso il cielo sta guardando i fuochi d’artificio sul boulevard, la sera, o mentre è alla ricerca di un regalo nei mercatini di Natale. Chi sono? Ubriachi, depressi, individui con problemi comportamentali? Non lo so! Sappiamo solo che spargono sangue innocente. Qualcuno vuole prendere tutto, tutta l’Europa, il mondo intero.

Il teatro sperimenta sempre nuovi linguaggi ed ha la capacità di coinvolgere profondamente ogni persona a partecipare al lavoro. Il teatro è cambiamento, un lavoro pedagogico che aiuta a diventare più consapevoli e liberi. Tutto qui, non è molto ma non è nemmeno poco.

In queste situazioni difficili di cambiamento, considerare punti di vista e prospettive di vita diverse che si estendano fuori dai confini del pensiero comunemente accettato è saggio e lodevole.

Le straordinarie difficoltà di questi tempi servono veramente da stimolo per farci percepire la realtà in modo nuovo. Siamo qui, in questo momento, con il nostro unico e specifico punto di vista e altro non possiamo fare.

La nostra libertà dipende dalla nostra capacità di dire la verità così come la percepiamo, e questo vale sia a livello individuale che collettivo.

Il commento

Maria Teresa Falbo

Dice Milan Kundera: “…per liquidare i popoli si comincia con il privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun altro scrive loro altri libri, li fornisce di un altra cultura, inventa per loro un’altra storia. Dopo di che il popolo comincia lentamente a dimenticare quello che è e quello che è Stato. Ed il mondo intorno a lui lo dimentica ancora più in fretta”.Dunque è attraverso la sistematica soppressione delle identità nazionali che si instaura l’omologazione, l’abbattimento delle radici culturali che ha, come fine, la loro sostituzione e la cancellazione di ogni ideale legato ad esso, di ogni coscienza e della consapevolezza. Così tra terrorismi e inganni, tradimenti e inesorabili sistemi di morte, speculari a certe volontà, i popoli si immergono nella Weltanschauung del cetriolo, percorso in cui ogni ideale e visione del mondo, non persegue ciò che lo rende libero ed evoluto ma l’accoglimento supino della volontà che mira alla sua distruzione. Ma dormono tutti?

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Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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