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il teatro racconta sempre qualcosa partendo da memorie del passato o da fatti moderni. Il racconto per noi non è mai indagine o denuncia ma un atto creativo di una realtà e di un mondo

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Onestà, cosa sarà mai l’onestà

Onestà! Cos’è l’onestà? Niente, un’astrazione, pura forma. Se io devo essere onesto, bisognerà che io dia corpo a questa pura forma (Pirandello).

Saper gestire onestamente ogni situazione in modo sincero e trasparente non garantisce il cambiamento. Potrebbe esserci una moltitudine di persone oneste e non avere risultati soddisfacenti e rilevanti. Non determinerebbero trasformazioni particolarmente efficaci nella struttura sociale e culturale di un paese. Basandosi su principi morali validi per tutti, l’onestà, è per se immutabile e inalterabile, statica è la sua condizione e deve necessariamente accompagnarsi ad altro affinché le cose della vita abbiano quel dinamismo necessario a trasformarla velocemente, in maniera incisiva e determinata. Il cambiamento, infatti, implica un fatto precedente, cioè la responsabilità, decidere di impegnarsi a fare qualcosa; adesso non dopo. Fermi e costanti nei propositi e nelle azioni, con il dito puntato sull’obiettivo, tutto il corpo, ogni fibra, si riempiono di quell’intento.

La moltitudine, per quanto sinceramente onesta, facilmente si lascia rinchiudere in spazi limitati. Come un gregge sente la presenza del cane ben addestrato, intelligente, capace di guidarlo in pascoli sempre più redditizi, anche la moltitudine si lascia portare in terreni coperti di erbe fresche e spontanee. Alimento e cibo si cerca.

I lupi solitari e liberi non sono molto amati dalla folla. Saltano facilmente gli steccati, non amano le regole e spesso sono ineleganti e scorbutici. Rapidamente si muovono verso terreni inesplorati, sanno mettersi in cammino subito, senza aspettare, pronti ad azzannare ogni nuova idea, possibilità e opportunità. Vogliono vivere semplicemente e sono ciò che hanno scelto di essere, nient’altro. Tutto ciò che sentono e pensano non ha bisogno di nessuna spiegazione o giustificazione. MAURO PRETTO era uno di questi, chissà, non lo so. Possiamo immaginarlo così, perché no?

Se qualcuno alzasse un cartello con la scritta “onestà”, migliaia di persone lo seguirebbero. Un altro al suo fianco, scrivendo ”cambiamento” probabilmente avrebbe dietro di se solo qualche amico fedele e magari uno di quei lupi. Sa che in mezzo alla folla non avrebbe alcuna speranza di essere amato.

L’omicidio dell’eremita ambientalista

«Era un puro, difendeva il bosco»

Mauro Pretto è stato ucciso a fucilate sull’uscio di casa, nella Val di Gazzo, Colli Berici. La fidanzata: «Curava la valle come se fosse sua e lottava contro il taglio selvaggio degli alberi. Era un puro». Il procuratore: nessun indagato. Sentiti cacciatori e conoscenti.

http://www.corriere.it/cronache/17_giugno_03/delitto-dell-eremita-ambientalista-vicenza-zovencedo-fucile-79baea5c-47c2-11e7-b4db-9e2de60af523.shtml

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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