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Sette italiani su 10 non vanno mai a teatro

Sette italiani su 10 non vanno mai al cinema né a teatro? E allora? Certo non è una buona notizia, ma cosa dovremmo aspettarci nella società della frode e dell’inganno, nella società impregnata da pesanti ideologismi, dove la politica la finanza sono farse indegne. Anche il cinema e il teatro possono risultare noiose e inutili.

Sette italiani su 10 non vanno mai al cinema né a teatro

Presentato il rapporto Federculture: il 38,5% degli adulti non partecipa ad alcun tipo di attività culturale, ma cresce la spesa media delle famiglie. Resta il divario tra Nord e Sud

di MARIA TERESA SANTAGUIDA

Un settore con luci e ombre quello della cultura in Italia: la crisi è stata superata e in alcuni settori si cresce, ma qualcuno resta ancora indietro. Nel complesso, inoltre, siamo un Paese molto al di sotto della media dell’eurozona in termini di spesa in cultura e ricreazione: se la media in Ue è dell’8,5 per cento della spesa annuale complessiva di una famiglia, in Italia ci si ferma al 6,7%. La più “virtuosa” rimane la Svezia con l’11 per cento. Lo rivela il rapporto Federculture, presentato a Milano alla Camera di Commercio, che si concentra in particolare sulla fruizione e partecipazione dei cittadini alla vita culturale del Paese.

 Divario tra Nord e Sud

La quota di spesa dedicata a musei, cinema, teatro e concerti, per una famiglia media italiana è aumentata del 3,1% nel 2017, che in termini assoluti corrisponde a 31 miliardi di euro: un trend in crescita per il terzo anno consecutivo dopo il crollo del 2012-2013. Il valore annuale complessivo, che comprende quindi anche la spesa per libri e musica, è di 71,4 miliardi con una crescita del 2,6% rispetto al 2016. Resta però forte il divario tra nord e sud del Paese: se la spesa media mensile di una famiglia è di 129,7 euro, al nord si raggiungono i 150 euro con il picco in Trentino Alto Adige di 191, ma si scende drasticamente al sud, con 90 euro mensili, che arrivano a 66 in Sicilia.

Cresce la quota di chi legge almeno un libro l’anno

Al botteghino si spende di più (+ 0,71 per cento), probabilmente perché aumentano i costi, ma non gli ingressi, che invece diminuiscono di circa 4 punti percentuali, come le attività di spettacolo, in calo di 2 punti e mezzo. Potrebbe sembrare rassicurante, ma forse non lo è davvero, il dato che arriva dai libri: cresce leggermente la quota di coloro che leggono almeno un libro all’anno, da 40,5% a 41%; aumentano quelli che leggono almeno 3 libri, ma diminuiscono i ‘lettori forti’, ovvero quelli che ne leggono più di 12.

Il 70% degli adulti non partecipa ad alcun tipo di attività culturale

Seriamente preoccupante invece il dato dell’incultura: il 38,5% degli italiani adulti con almeno 25 anni d’età non partecipa ad alcun tipo di attività culturale; ancora peggio la quota di coloro che non vanno al cinema, non visitano un museo né un sito archeologico almeno una volta all’anno: circa il 70% degli adulti, che diventa 82% al sud.

Qualche speranza arriva dal turismo: quello culturale rappresenta il 35,4% della quota totale; crescono del 10% i visitatori di musei statali e “la spesa culturale di turisti aumenta dell’11 per cento” ha sottolineato il presidente di Federculture, Andrea Cancellato. “Non abbiamo particolarmente apprezzato che il turismo sia passato dal ministero dei Beni culturali alle Politiche agricole; ci vorrebbe una cabina di regia a Palazzo Chigi” ha criticato Claudio Bocci, direttore di Federculture.

In calo la spesa dei Comuni

La spesa in cultura delle amministrazioni comunali scende del 4% rispetto al 2015 e anche le erogazioni dalle fondazioni bancarie, -9% rispetto al 2016. Quanto ai fondi pubblici, nel 2017 e 2018 lo stanziamento del Mibac è stato confermato nell’entità degli anni precedenti: il bilancio ministeriale è di 2 miliardi e anche nel previsionale 2018 risulta uno stanziamento di 2,4 miliardi – si legge infine nel rapporto.

https://www.agi.it/cultura/cinema_teatro_concerti_rapporto_federculture-4520311/news/2018-10-23

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Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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