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Vincent Van Gogh

Vincent Van Gogh aveva una mamma. Non è una grandiosa notizia? Chi ha una mamma non piange. In genere è cosi, ma non sempre evidentemente se la psicanalisi racconta di mamme non propriamente virtuose, storie terribili. Mamme come l’origine di tutti i mali del mondo, la rovina dei propri figli volontariamente o involontariamente. Madri sempre, ma a volte inadeguate, buone o cattive non lo so, in ogni caso oggetto di estenuanti aspettative, soffocanti o autonome, troppo immature o troppo esigenti.

Alcune, capaci di rispondere istintivamente alle richieste del figlio, ma nulla di più. Incapaci di suggerire qualcosa di particolarmente nuovo ed interessante, consigliare, offrire una condizione o la qualità di essere nuovo, di essere cioè fatto di unicità. Non sapere interpretare i veri bisogni in un determinato momento.

I disegni per esempio, sono uno strumento utile per cogliere segnali che i bambini mandano agli adulti. Mamme che semplicemente non li prendono in considerazione, il massimo che riescono a fare è attaccarli sull’anta del frigorifero e quando l’amica del cuore durante il tè pomeridiano guardandolo, esclama – ma che bello – allora si che sono soddisfatte.

Altre, appena hanno tra le mani un segno insignificante su di un foglio bianco si precipitano dal grafologo esperto nell’esaminare scritture di bambini e di adolescenti pregandolo di decifrarne il senso.

Cara signora, ha visto? Il disegno occupa la sola parte centrale del foglio e questo segnala un evidente senso di isolamento, di difficoltà di comunicazione, soprattutto se il disegno, come può vedere, si presenta piccolo e dal tratto leggero. Davvero? Cosa posso fare? Entrano in ansia come se avessero avuto notizia di un male incurabile.

Altre ancora sanno essere così crudeli da ridicolizzare il lavoro del figlio. La madre di Vincent van Gogh, era una di queste.

In realtà non ne sono sicuro. Molti sostengono il contrario e cioè che sia stata proprio lei a trasmettere un forte amore per l’arte. Lei stessa, artista principiante ha cercato di trasmettere ai propri figli la passione per questo mondo, riuscendoci soltanto con Vincent.

Un quadro che ha come soggetto Anna Carbentus Van Gogh rappresenterebbe una sorta di riconoscimento nei confronti della madre, quasi come se con quest’opera volesse ringraziarla di tutto quello che gli ha insegnato, sia come madre che come artista.

Non lo so, è possibile, non esistono dettagliate informazioni sui suoi primi dieci anni di vita e molto poco si conosce dei cinque anni successivi. E’ interessante notare che, in quel ritratto, il pittore olandese non ha utilizzato alcuna tecnica impressionista e non ha ritratto “a mente”, ma si è servito di una foto in bianco e nero della sua mamma.

Fallimento dopo fallimento, delusione dopo delusione per tutta la sua breve vita ha vagato di luogo in luogo in cerca di qualcosa che poi ha trovato nella pittura.

E noi, che ci spostiamo, da un punto all’altro, da un ufficio all’altro, da una pratica all’altra dove il camminare non è più attività fine a se stessa, ma solo un fastidioso e a volte noioso effetto secondario?

Ciò che ha reso Vincent van Gogh grande, e la ragione per cui conosciamo il suo nome oggi, è che non ha mai smesso di camminare. Così ha continuato ad andare, ogni passo un approccio verso la grandezza. Il fallimento, per lui, è stato un buon amico e prova che non tutto quello che chiamiamo così è segno che si dovrebbe smettere.

Nel corso del tempo, impariamo a fidarci di noi stessi. Nel profondo del nostro cuore, c’è una “conoscenza istintiva”, che ci dice dove andare e cosa fare. In altre parole, prestare attenzione al nostro intuito e continuare a fare le cose che dice di fare.

La sua carriera come artista fu di breve durata, finita all’età di trentasette anni in condizione di assoluta povertà. Eppure, in un centinaio di anni le sue opere sono diventate fra le più preziose al mondo, grazie anche alla moglie di Theo, che fece in modo che i dipinti fossero venduti e infine riconosciuti. Se non fosse stato per Johanna van Gogh, potremmo non aver mai visto Notte stellata o un qualsiasi altro dipinto che ora vale milioni.

Ma per un artista di successo, non basta padroneggiare semplicemente il mestiere e aspettare che sia la gente a riconoscere il suo genio. Non funziona così. Trovare persone che risuonano con il nostro lavoro, anche se questo significa cercare altri emarginati, come spesso accade agli individui creativi: abbiamo bisogno di un gruppo, di qualcuno con cui stare, qualcuno con cui condividere idee e passioni.

Agli impressionisti francesi furono in molti casi, vietate le gallerie d’arte e il lavoro censurato per anni. Ma essi si unirono per creare qualcosa di nuovo e fresco. E nel corso del tempo, la gente ha cominciato a capirlo. Ma fino a quel momento avevano l’un l’altro, ed era per loro abbastanza per andare avanti.

La vita creativa è piena di resistenze, negazioni e rifiuti e una vita creativa non necessariamente è dedicata all’arte. C’è altro, molto di più perché la creatività non è una qualità innata di cui solo pochi, fortunati individui sono dotati. E lo si capisce quando cominciamo a muoverci su una strada dove il vento soffia forte, freddo e pungente. Quella strada, almeno all’inizio, è deserta. Siamo soli, quasi sempre. Buona fortuna.

Van Gogh, a novembre in Francia i quaderni inediti del pittore

La casa editrice Editions du Seuil pubblicherà una raccolta di schizzi appartenenti all’artista olandese. Il curatore Bernard Comment: «Stupefacente e folgorante»

Sarà pubblicato a novembre,dalla casa francese Editions du Seuil, il quaderno di disegni inediti di Vincent van Gogh (1853-1890). Lo ha annunciato Bernard Comment, curatore dell’opera che sarà intitolata Vincent van Gogh. La bruma di Arles. Taccuino ritrovato: «Il quaderno non è noto ad altri che ai proprietari, a me in persona e all’editore» ha spiegato Comment, che ha definito il quaderno: «stupefacente e folgorante». Il quaderno, assolutamente eccezionale, conterrebbe un numero significativo di schizzi (oltre una decina ha precisato il curatore che ha detto di esserne a conoscenza «da un po’ più di un anno»).
Per accertare l’autenticità del reperto, ha aggiunto, «è stato condotto un autentico lavoro scientifico» da parte di esperti riconosciuti a livello internazionale. Altri dettagli, dall’origine del taccuino al tipo di impaginazione, dal totale dei disegni contenuti al valore venale, non saranno divulgati «fino alla conferenza stampa in esclusiva mondiale che si terrà a Parigi alla metà di novembre, alla vigilia dell’arrivo del volume nelle librerie dei diversi Paesi coinvolti» ha detto Comment. I primi Paesi ove sarà disponibile saranno Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Olanda e Giappone. A seguire tutti gli altri.
http://www.corriere.it/cultura/16_giugno_16/van-gogh-quaderno-schizzi-arte-francia-inediti-304def4c-33f3-11e6-b8e9-6b78a4af30ec.shtml

 

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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