Ettore, Il più grande e il più nobile dei guerrieri troiani

Ettore, il più grande e il più nobile dei guerrieri troiani è ora di fronte ad Achille, l’eroe per eccellenza. E’ pronto a combattere e dopo aver bilanciato la sua asta la scaglia con forza,  ma questa finisce contro il famoso scudo di Achille e rimbalza cadendo per terra. Ettore allora chiama il fratello Deifobo, affinché gli passi un’altra lancia, ma Deifobo non è accanto a lui. Non c’è mai stato. Il suo destino è segnato. Sa che deve soccombere e cosi sarà.

Ettore, ormai senza forze, lo prega di non lasciare che venga sbranato dai cani degli Achei. Achille non vuole sentire ragioni e lo trascina nella polvere.

Ma qualcosa di straordinario accade. Il vecchio Priamo si inginocchia di fronte ad Achille facendo qualcosa che nessun altro uomo ha mai osato fare, cioè baciare la mano di colui che ha ucciso il figlio. Solo l’azione temeraria, rischiosa, imprudente e ardita di chi ha un cuore grande può presentarsi al cospetto  di quell’uomo. Anche Achille si commuove e il pianto sale agli occhi, pensa a suo padre, e prende la mano del vecchio scostandolo dolcemente. Entrambi sono presi dai loro ricordi: Priamo pensa a Ettore sterminatore di guerrieri e piange a dirotto rannicchiato ai piedi di Achille che a sua volta piange un po’ per suo padre e un po’ per Patroclo. Entrambi riconoscono in loro stessi il vero nemico. Ciò che li accomuna è la pietà, perché ognuno comprende nell’altro il proprio dolore.