Grottesco

Il grottesco, oggi, è un genere non facile da proporre in teatro. Se ci limitassimo soltanto a dare un’immagine deformata, ironica e paradossale di certi aspetti e situazioni di vita borghese, ovvero secondo la sua definizione, è molto probabile che il risultato sarebbe alquanto modesto e mediocre. C’è qualcos’altro da prendere in considerazione. Qualcosa di deforme e innaturale, e di inspiegabile direi. Una filosofia quasi, un nuovo modo di intendere le cose del mondo. Una visione laica di una realtà sempre più complessa, volta a incidere, a produrre un taglio o un graffio su una superficie apparentemente pulita e ordinata. Una superficie che in termini teatrali è il fondamento del dramma. Dramma che poi ci viene restituito in tutta la sua verità.

Naturalmente all’attore non viene più richiesto di vivere direttamente il pathos della sofferenza del personaggio, ma piuttosto lo mostra con le stesse parole allo spettatore come se stesse, con un cenno, attirando l’attenzione di un amico su qualcosa. Lo spettatore, a sua volta ne beneficia, ne gode in maniera critica. Non c’è dubbio che è un’anomalia a prevalere, un paradosso di situazioni e atteggiamenti onde mettere alla berlina quella che possiamo definire “la retorica della sofferenza”.

Quindi non più partecipazione alle pulsioni scaturite dal dramma ma forse analisi di esse stesse. Non più catarsi ma semplice e lucida consapevolezza delle motivazioni che alimentano il dramma, dove tutti i personaggi sono inevitabilmente ridicoli e lo sono anche il mondo e la realtà che li circonda. Lo scopo è portare lo spettatore alle ragioni aberranti che hanno prodotto il dramma stesso.

E allora alla luce di tutto ciò come leggere la seguente notizia:

“Sardegna Teatro ricerca 8 – 10 ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 12 anni per partecipare, in qualità di comparse, per lo spettacolo “Sul concetto di volto nel figlio di Dio” di Romeo Castellucci.

(Beh! … tecnicamente lo sono … ma definire comparse dei bambini non so perché risulta fastidioso)

Devono essere di aspetto piuttosto infantile e dal fisico minuto.

(Si, ho visto, ci sono dei bambini in sovrappeso e altri piuttosto magri, ma non ho mai visto un bambino di otto anni che non abbia un aspetto infantile. Un bambino è solo un bambino e se fosse un po’ grassottello non potrebbe fare quello che lo spettacolo richiede di fare?)

Silvano Voltolina è l’incaricato al lavoro con i bambini, incontrerà le comparse (i bambini appunto) per illustrare e spiegare le ragioni “poetiche” e artistiche dello spettacolo durante i due incontri di lavoro e prove richiesti.

(Spiegare le ragioni poetiche e artistiche? Ho capito bene? Comunque per un bambino sarà solo un gioco e nient’altro)

Descrizione delle Azioni: Tutti i ragazzi entrano nello spazio a piccoli gruppi. Dagli zaini e da alcune borse (oggetti della Compagnia) estraggono delle false bombe a mano (circa 20 a testa ) di allumino. Uno dopo l’altro, e poi tutti insieme, i bambini lanceranno le bombe contro lo schermo di fondo e, compiuta questa azione, escono tutti insieme.

Vorrei sentire in tutto questo l’odore piacevole e caratteristico del grottesco ma non lo sento. Non so perché.  Sottolineare che si tratta “di false bombe a mano”, poi … ma va?