Il giudizio sopra una commedia lo può dar chiunque

Ho sempre pensato, che il giudizio sopra una commedia lo può dar chiunque, ma il parere sopra un attore, no davvero […]. Non è facile e non è da tutti dire perché l’attrice o l’attore abbiano recitato bene o male. […] Ahimè: su cento critici in Italia, oggi, novanta e forse più non saprebbero dire il perché d’un bene, d’un benissimo o d’un mediocre.

Questo ha detto un signore ai più sconosciuto di nome Alessandro Varaldo, giornalista, dedicatosi al teatro e alla narrativa che dal 1920 al 1928 fu direttore della Società italiana degli autori.

Ora, si da il caso che un noto critico teatrale, nel suo infinito e straordinario amore per l’arte teatrale dice che: “gli artisti hanno il dovere, l’onere, il privilegio di rendere meno odiosa la vita di ciascuno di noi”.

Ebbene, di fronte a tanta adorazione, ad una cosi travolgente passione, gli artisti umilmente ringraziano. E’ un onore per essi donare agli esseri umani giornate liete e spensierate. Andiamo dunque, cercate di rendere meno odiosa la vita di lor signori, che altrimenti non potrebbero affrontare un’esistenza tanto faticosa.

Mi chiedo soltanto se siete sicuri di voler gravare le loro già fragili spalle di un simile fagotto, quando i loro spazi di autonomia sono continuamente sottoposti a rigide e inutili discipline e i mezzi di comunicazione e le strutture educative e non, non prestano loro la dovuta attenzione. Ai vostri e vasti poteri (ne avete non fate i modesti) non può non corrispondere la responsabilità di un fatto (illecito in se) semplice ed evidente. Di un quadro normativo, cioè, che ostenta di non conoscere quanto poco considerati come soggetti a pieno titolo siano gli artisti, ai quali il legislatore non riconosce la piena libertà al fine di uno sviluppo completo ed armonico della personalità professionale.

Non penserete mica di istruirli ed educarli secondo le vostre inclinazioni e le vostre modeste capacità? No, non credo. Sono cosi diversi gli artisti, anarchici a modo loro, capricciosi talvolta, insopportabili e piagnucolosi. Scureggiano e di tanto in tanto ruttano. E’ faticoso il solo frequentare gli artisti, figuriamoci addottrinarli in qualche modo. Si, è molto faticoso, ve ne siete lamentati spesso e non avete tutti i torti. Non dovreste bazzicarli, tenetevene lontani, osservateli semplicemente. E’ tempo perso, se non si mira a qualcosa di redditizio foss’anche al proprio gusto di potere. Ma se proprio dovete (ma non dovreste) si rende necessario portarsi ad un certo livello, farsi un po’ piccoli, più di quanto immaginate. Abbassarsi, inclinarsi, curvarsi è pratica davvero impegnativa, lo so. Ma, è davvero questo a stancarvi? O non sarà piuttosto – come ebbe a dire un pedagogo e scrittore polacco a proposito dei bambini (e gli artisti un po’ lo sono) – “il fatto di essere obbligati a innalzarvi fino all’altezza dei loro sentimenti”. Tirarvi, allungarvi, alzarvi sulla punta dei piedi, questo si è massacrante.

Non frequentate gli artisti, potreste ferirli, con la vostra stupidità.