Il vero paradosso

Non so se sia vero, ma che si tratti di un paradosso mi pare non ci siano dubbi. La mia riflessione è la seguente. Ciò che si presume l’attore voglia fare è comunicare. Non solo se stesso, le proprie emozioni, debolezze o turbe (a volte) senza altro scopo che mettersi in mostra adattando a proprio comodo – quasi a sentirsi così più protetti – vaneggiati panni di ipotetici personaggi; ma al contrario comunicare attraverso se stesso, ciò che si è colto di un testo. Perché è il testo ad avere indubbiamente un valore in sé, non l’attore, il quale senza questo non è altro che un signore che porta a spasso il cane. Solo nel momento in cui assume il ruolo di un comunicatore, un tramite e che, (qui sta il paradosso) solo accettando questo ruolo subalterno riesce ad imporsi con la propria personalità, manifestando e mettendo in luce se stesso e la sua straordinaria arte.