La lotta

La lotta, “combattimento fra due o più contendenti che cercano di dominarsi a vicenda fatto non per gara o esercizio, ma con lo scopo di sopraffare l’avversario talvolta usando la pressione del corpo; oppure una gara di destrezza, praticata fin dall’antichità come competizione agonistica individuale”. C’è sempre il rischio di mitizzare quello di cui si parla. La mafia, per esempio, ma anche altro. Tutto ciò che ha a che fare con la comunicazione porta con se l’eventualità di subire un possibile danno, connesso a circostanze più o meno prevedibili. Il Teatro è comunicazione. E allora? Se questo si teme, l’alternativa sarebbe quella di “confezionare prodotti” eticamente sostenibili ai problemi e dare allo spettatore o lettore che dir si voglia un tutor ideologico. Non c’è altra soluzione. Una follia. La lotta (lotta a qualcosa, come la mafia per esempio) e se lotta deve essere, non si fa con uno spettacolo, un film, in televisione; in sostanza con gli ingredienti dell’immaginario. Semmai si affronta con la guerra al suo potere militare e finanziario. Il potere, in senso lato, è essenzialmente un potere finanziario. Il resto è chiacchiera, fiction, pura rassicurazione ideologica a costo (ed effetto) zero.