La statua che si fa uomo

Una statua immobile nel bel mezzo di una strada. Chi non conosce quell’artista di strada con l’abito dorato la maschera sul volto, immobile su uno sgabello (non è esattamente l’immagine sopra riportata, per quanto sia altrettanto dignitosa). Non fa niente, si offre così com’è al genere umano frenetico e indaffarato. La maschera è fissa, senza emotività, in un presente senza fine, un passato già andato e un futuro senza progetti. Di chi sono quegli occhi che appena si riescono a vedere? C’è un uomo, una donna? Mah!!… E’ una persona affamata e disperata o un tipo gioioso e sereno? Un assassino braccato o un giovane studente desideroso di guadagnare un po’ di soldi. Una maschera, non chiede nulla e lascia a ognuno la scelta.

Ma quanto vale la sua performance, quanto darei a un artista del genere, un mimo. Un euro, due, cinque? La metà di quello che ho, un terzo, un decimo? Quanto? Ha un prezzo? Qualunque sia la cifra lui si inchina e ti ringrazia. Lo impone la delicatezza e la nobiltà di quell’abito. Deve. Molti passano vicino a queste rivelazioni che da sole potrebbero avere la capacità di trasformarli profondamente eppure non si fermano. Perché? Forse non se ne accorgono, guardano troppo lontano in cerca di fantasmi che immaginano strabilianti. Non dategli niente ma almeno guardatelo, è li apposta. Rivolgetevi a lui con grazia senza urlare almeno una volta. Si tratta di usare pazienza perseveranza e acutezza di osservazione. E chi dovrebbe farlo? Gli anziani sono troppo stanchi e delusi, appesantiti da una vita faticosa. I giovani impazienti non concepiscono l’immobilità. I bambini trascinati a forza, vorrebbero ma non gli è permesso. Ho visto un ubriaco fermarsi, allargare le braccia e biascicare parole incomprensibili e lui con la solita eleganza inchinarsi. Le statue diventano uomini, mentre noi continuiamo a parlare a uomini che sono statue e parlano, parlano… mio Dio come sono indignati e arrabbiati.