Sferisterio, una settimana dedicata a Medea

Anche questo. Medea e Giasone come profughi, in attesa forse, di un primo permesso di soggiorno. Niente paura, basta una semplice domanda se si vuole chiedere protezione. Da cosa fuggono Medea e Giasone? Indicare sul modulo se da persecuzioni, torture o dalla guerra; se entrati in modo irregolare e privi di documenti, non ha alcuna rilevanza giuridica. I richiedenti, i suddetti Medea e Giasone appunto, dovranno motivare nella domanda le circostanze di persecuzione o danno grave che ne hanno motivato la fuga. Indicare, cioè, gli agenti di tale persecuzione o danno grave, i quali come noto, possono essere nell’ordine: “lo Stato, partiti o organizzazioni che controllano lo Stato o una parte del suo territorio o soggetti non statuali qualora lo Stato, o chi lo controlla, non vogliano fornire protezione alla vittima di persecuzione o danno grave”.

“Sviscerare” (qui usato come sinonimo di indagare, investigare) è la parola attraverso la quale tutto si pretende, tutto si chiede, tutto si vuole. Conosci cosi bene la travolgente e feroce passione di una donna come Medea, tanto da “coglierne i tormenti”? Come un bulldozer scavi per realizzare una strada parallela a quella che la sventurata donna ha costruito per se stessa. Una strada il cui intento è quello di congiungere la tua modesta o lussuosa casa alla strada della comune coscienza sociale. Ma le storie degli uomini raccontate da grandi autori come Euripide sono, fortunatamente, molto più affascinanti dei tuoi modesti pensieri. E’ irresistibile e seducente anche la meschinità e l’egoismo dell’ uomo, lo stesso che ha guidato i 50 Argonauti nell’avventuroso viaggio alla conquista del Vello d’oro, fra i quali si trovano i lottatori spartani, i Dioscuri Castore e Polluce e Laerte futuro padre di Ulisse. Senza l’aiuto di Medea, la sua fedele compagna di vita, non sarebbe riuscito nell’impresa, non avrebbe mai superato le difficili prove. Ed è proprio la sua conoscenza nell’arte barbara della magia che gli arroganti Corinzi, mal sopportano. La donna è a tal punto oltraggiata che non riesce a contenere la disperazione e il dolore furibondo del tradimento. “Io sola sono, senza patria, e oltraggio mio marito mi fa, che me rapiva da una barbara terra; e non ho madre, non fratello o parente, a cui rivolgere”. Coinvolgente il suo infinito senso di solitudine, eppure cosi forte e potente è la disperazione che la trova pronta a distruggere tutto quello che rappresenta il suo passato, non disposta a piegarsi davanti a nessuno. E’ difficile raccontare cosi semplicemente, le storie di uomini infelici e donne che dello sposo “separarsene non reca onore alle consorti, né repudïar si può”. In ogni caso, potremmo limitarci a questo.