Social network: l’orrore va in mostra

ma non gli si dà più senso

Immagini oscene. Caricate da media e cittadini. «Un delirio di presenzialismo, dove nessuno spiega». Fabbri a L43: «I giornali stanno abdicando al loro ruolo».

Alcune interessanti considerazioni del semiologo Paolo Fabbri sui recenti tragici fatti di Nizza.

Sui corpi massacrati stesi sull’asfalto della Promenade des Anglais di Nizza si accaniscono media e social network. Bisogna guardare l’orrore nella sua materialità, sembra rivendicare Wikileaks pubblicando sul suo account un video, rilanciato migliaia e migliaia di volte, in cui si vedono i morti maciullati e sanguinanti sulla strada ripresi da pochi metri di distanza. La polizia francese, già nelle prime ore dopo la strage, aveva chiesto di non condividere le immagini e i video scioccanti.
Una precisa funzione del linguaggio. Non quella referenziale, che è quella che dà le informazioni, non quella emotiva che trasmette un’emozione, ma quella fàtica e cioè la mera funzione di mantenere un contatto. E noi viviamo nell’era della funzione fàtica, dei social network, del contatto e del contagio del contatto. Che non veicola né informazione né emozione, ma è solo un essere in presenza di altri.

L’intervista a questo link:
http://www.lettera43.it/cronaca/fabbri-l-orrore-va-in-mostra-ma-non-gli-si-da-piu-senso_43675253645.htm