Berretto a sonagli, piccoli critici crescono

Piccoli critici crescono, complimenti vivissimi. Li troviamo veri, grandi, di grosso calibro che con voce squillante si sentono sempre in dovere di ringraziare questo e quello, per la gentilezza e l’attenzione avuta. Quanti altri berretti cercate di mettere sul suo già straordinario berretto. Pirandello ricordate? E’ opera indubbiamente complessa, ma siete cosi buoni e cari che altro non vedete che la pazzia di una giovane donna tradita e offesa e pensate che sia l’unica che possa dichiarare la sconfitta di una “famiglia”. Di quella famiglia.

“Lo spirito divino entra in noi e si fa pupo”. Se solo poteste leggere e rileggere questa frase dello scrivano Ciampa. Non tanto, solo una decina di volte, forse qualcos’altro in mente verrebbe.

“Ognuno poi si fa pupo per conto suo: quel pupo che può essere o che si crede d’essere. E allora cominciano le liti! Perché ogni pupo, signora mia, vuole portato il suo rispetto, non tanto per quello che dentro di sé si crede, quanto per la parte che deve rappresentar fuori. A quattrocchi, non è contento nessuno della sua parte: ognuno, ponendosi davanti il proprio pupo, gli tirerebbe magari uno sputo in faccia. Ma dagli altri, no; dagli altri lo vuole rispettato>.

Ascoltate bene. Che cosa chiede Ciampa alla Signora Beatrice?

“Lei qua, signora, è moglie, è vero? Moglie, già! almeno… Si vede dal modo come lo dice, che non ne è contenta. Pur non di meno, come moglie, lei vuole portato il suo rispetto, non è vero? Lo voglio? Altro che! Lo pretendo. E guai a chi non me lo porta!”.

E allora di cosa parliamo?

Se avesse potuto lo scrivano Ciampa sarebbe andato a Palermo, la grande città: frequentare eleganti caffè per una birra e una sigaretta seduto al tavolo che da sul grande viale alberato, e da li, guardare l’andirivieni della gente passeggiare tranquilla senza meta.