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il creatore della DIVERSITA’ e il CRONISTA

Incontro in città tra un probabile scrittore e l’amico Claudio Cavallo

Il cronista a volte ha il solo compito di riempire le pagine di un giornale, ma anche le giornate si riempiono in modo curioso.

Mi capitava di incontrarlo il signor Pasquale. Abitiamo entrambi in corso De Stefanis. Lui già da molto tempo ed io, per la verità, ospite di un amico generoso con il quale condivido l’appartamento, in attesa di trovare quello che fa al caso mio. La fermata del  bus o un veloce caffè sono stati i momenti in cui ci si scambiava amichevoli chiacchiere “come sta, ha visto che pioggia, lei che fa di bello che esce così presto al mattino, io sono in pensione.” Il nostro sa che faccio il cronista, un po’ di tutto: sport, cronaca nera, fattacci vari e anche politica. Da quel momento il signor Pasquale deve avermi messo in cima alla lista dei suoi interessi. Ho cominciato ad incontrarlo sempre più spesso. Mi compare davanti con una puntualità inquietante e di giorno in giorno cresceva in me la convinzione che nulla era casuale anzi, ero letteralmente tallonato. Mi controllava, a volte si spingeva oltre prendendo il mio stesso bus fino a proseguire fuori zona. Non nascondo di aver pensato che un mio articolo forse, aveva dato “fastidio” a qualcuno che, prontamente, mi ha messo alle calcagna un investigatore. E il signor Pasquale, per quanto apparisse come tale improbabile, aveva quel certo modo di fare da lasciare più di un sospetto. E una mattina, finalmente, ruppe il “silenzio”: “Lo sa che lei mi è simpatico?” Era il preambolo. “Beh signor Pasquale, me ne sono accorto”, gli dico con un mezzo sorriso. “Senta, devo dirle qualcosa di estremamente importante, ne va della mia stessa vita”. Ci siamo – mi dico – non mi sono sbagliato dunque. “In che senso scusi”, farfuglio fingendomi distaccato.

“Lei è cronista e come tale conosce degli editori. A me ne serve uno e sono pronto a riconoscerle una percentuale, congrua, se mi darà il suo aiuto”. Lo guardo sorpreso. Crolla il sospetto,  quasi a malincuore devo riconoscere a me stesso che “il fastidio” può attendere. Lo scoop della mia vita, quello che mi porterà d’un balzo sulle prime pagine nazionali se ne va ancora a spasso per la città, cercando qualcun altro. Non posso fare altro che soccombere a questo punto, incuriosito dal pervicace e attempato signore che ora mi trascina per un braccio, verso il bar “che ha comodi tavolini dove sedersi e parlarci”…

Una volta seduti, inizia senza tanti convenevoli.

 “E’ con grande piacere che ho l’onore di presentarle uno degli autori che sarà il più letto di tutti se lei ci mette una buona parola. L’artefice del best seller più  venduto, più seguito, più acclamato dal vasto pubblico di una nuova collana che potremmo proporre noi stessi “Come va il mondo”.  Amico mio, lei ha di fronte il più geniale degli scrittori – ma che dico – dei pensatori moderni, un faro della ricerca sociale, dell’indagine di mercato, il nume tutelare dell’autodafé delle incertezze. Lo chef della ricetta più ambita, l’ingegnere della psiche, il taumaturgo della volontà, il mago della scalata al successo”.

Lo guardo stravolto. Lui invece si gira a destra e a sinistra, temendo che qualcuno ascolti. Ma intorno non c’è nessuno.

“Allora, non siamo trepidanti… assetati di sapere – come – creare – un – impero?

Ormai il signor Pasquale è partito in quarta, usa il pluralia maiestatis così come farebbe chiunque abbia un podio sotto i piedi. Non nascondo che sono tanto stupito quanto incuriosito.

“Sono tutt’orecchi”, dico smozzicando le parole. Pasquale avvicina la sua sedia al tavolo, accorciando drasticamente la distanza. Si sporge verso di me, posso sentirne l’alito.

“Lo sa lei, che avere successo è uno scherzetto? Tutti possono creare un impero: per imparare naturalmente come si fa, bisogna leggere il mio libro di 699 pagine. Il metodo fai da te del successo, l’Ogino Knaus dell’uomo che non deve chiedere mai, il bricolage della vittoria sociale è opera…. mia, caro il mio cronista. Io sono il sogno realizzato del capitalismo fatto in casa”.

Lo guardo sempre più stupito: sta a vedere – mi dico – che sono di fronte ad un caso di schizofrenia, di sdoppiamento della personalità, di almeno tre anzi: il pensionato tranquillo, l’investigatore di quartiere e lo scrittore. Ma lui prosegue, agguerrito.

Ho cominciato facendo l’allenatore di calcetto e sono giunto a creare, dal nulla, una compagnia di assicurazioni milionaria. E so cosa volete, cosa desiderate  tutti spasmodicamente: il successo

“Su questo non ha torto”,- dico a mezza bocca. Cavolo, sembra che conosca certi miei pensieri –“E come si fa ad avere successo?”, chiedo. Non avrei mai pensato di pendere dalle labbra di un tipo con chiari segni di squilibrio.

Ti dico subito questo – è passato al tu, si è accorto che, in qualche modo, mi ha in pugno – “Attenzione: c’è un vincitore dentro di te! Finora cos’hai vinto? Una bambola al tirassegno? O una macchinetta di plastica nell’uovo di Pasqua? Bando alle ciance, passiamo alle cose serie: COME SI FA?”.

Non so perché ma do il via ad un riflesso condizionato e tiro fuori il block notes e la penna per prendere appunti. Ho una sottile ansia, impercettibile ma costante. Lui  mi guarda fare e, puntando il dito sul blocchetto di fogli, si prepara per la dettatura.

“Ci occorrono SOLO sette punti. Con un solo ingrediente base, di fondamentale importanza che, come l’uovo nell’impasto, lega tutto il resto. A farti lievitare ci pensano le esperienze che riporto nel mio libro. Qual è l’ingrediente?….”

Farfuglio qualcosa, invano. Mi rendo conto che ho passato più della metà della mia vita ad inseguire il successo, la realizzazione professionale senza mai interrogarmi “veramente” su quale potesse essere la ragione, la causa che mi allontanava dal mio obiettivo. Quest’uomo mi sta psicanalizzando. Il pensionato di Via Alessandro De Stefanis che incontro col suo sacchetto del pane e del latte, mi sta facendo accasciare su me stesso. Pasquale mi guarda compiaciuto e,  dondolandosi sullo schienale della seggiola, chiede:

“La volontà?… no: bisogna sapere cosa si vuole. Forse… un piccolo risparmio, messo via a fatica, magari con  la partecipazione di zii, nonne, cugini, lontani parenti in America..? No: Il più delle volte ti chiederanno come stanno andando le cose e saresti costretto a spiegare l’inspiegabile, con il risultato che ti chiederanno indietro i danari. Perciò falliresti prima di avere cominciato. Forse, allora, amici potenti…? Può essere, ma agli amici potenti dovrai dimostrare di avere non solo le idee ma anche le capacità e tu in quel momento hai solo l’idea…e poi, il più delle volte il danaro chiama danaro, cioè: il danaro va dove c’è già danaro, non nelle tue misere tasche, nella manciatina di banconote da dividere tra caffè e brioche e un paio di litri di benzina”.  Questa volta mi chino in avanti io. C’è attesa. Si palpa nell’aria.

“Caro mio – dice guardandomi compiaciuto della mia contrizione – l’ingrediente è uno solo, potente come una gettata di lava di un vulcano in eruzione, magma bollente e avido di vita: IL SOGNO!

 Ma come non averci mai pensato prima! Ho un sospiro di sollievo: “Ma com’è questo sogno?”- gli domando.

“Beh, non starai mica pensando che significhi aver sognato tuo nonno che farfuglia qualche parola senza senso, allora 47 morto che parla, lo gioco su tutte le ruote vuoi vedere che vinco un miliardo?…No. Il sogno di cui parlo è il secondo punto: sognare come un bambino e fare del tuo sogno UN’OSSESSIONE. Dovresti avere quindi, un’agenda impegnata fino al 2376!

La mia agenda ha molte pagine vuote… Sprofondo nella seggiola. Ho bisogno di un altro caffè. Pasquale prosegue senza pietà.

“E arriviamo al terzo punto. Attenzione a chi ti dice – stai attento -!… si tratta di un pericoloso agente al servizio della disinformazione: ti vuole far fallire. Stessa cosa se è tua moglie a sussurrarti amorevolmente nell’orecchio: “Caro, chiamo un dottore?” Ebbene, ignorala, considera le sue parole meno importanti del miagolio del gatto”.

“Non ho moglie”, rispondo  quasi con disperazione a qualcosa che, fino a poco prima, non rappresentava un problema per me…

“Purtroppo la troverai”, dice con convinzione profetica e prosegue con la tenacia di una schiacciasassi. “Quarto punto: mantieniti semplice e sii sempre breve, anche quando scrivi una lettera. Abolisci il “cordiali saluti” e metti un “vai, vai, vai”, come John Wayne nelle sconfinate praterie del Far West. Credi nella tua preparazione anche se ti hanno bocciato quattro volte in prima elementare. Perché questo ti porterà al QUINTO punto: non rinunciare mai: tutto ciò che puoi fare fallo, perché tutto ciò che puoi fare è sufficiente. Stop. Finis. “Io ho fatto l’Università…” E lui “Non è determinante se poi si striscia ai piedi di qualcuno che ne sa molto meno di te!” Come ha ragione, penso. Improvvisamente mi vengono in mente le volte che ho chiesto scusa senza ragione, le giustificazioni date senza richiesta, i passaggi a notte fonda in macchina, prestata, pur di non dire di no… Mi guardo e quasi quasi ho vergogna di me. Dov’è finito quel ragazzo pieno di aspettative e desideri, lo spavaldo 110 su 110 e lode che aveva il mondo in mano? Chi ha rubato i miei sogni?? La risposta è inevitabile: Io. Ma ormai sono deciso ad andare fino in fondo, voglio dichiararmi guerra.

“E i punti sei e sette?”, chiedo con convinzione a Pasquale.

“Eh, se vuoi saperne di più,  bisogna che ti iscrivi al corso – Come creare un impero in 150 lezioni – Sono disponibili anche corsi serali”…  Rimango un po’ interdetto poi, come se volessi coglierlo in fallo almeno in qualcosa: “Ha detto che il suo libro si ferma a pagina 699. Perché non arrivare a 700?” Lui mi guarda fisso per qualche secondo poi, con orgoglio puntualizza:

“In genere si riserva una pagina per i ringraziamenti ma io non ho da ringraziare nessuno e l’ho lasciata in bianco…”. Lo guardo sorpreso. Mi fissa di nuovo negli occhi e: “Allora? Me lo presenti questo editore?” “Non le prometto nulla ma qualcosa farò”.

Ci salutiamo. Felice si avvia verso la strada del ritorno. Lo osservo per qualche secondo e mi viene in mente che non gli ho chiesto quanto costano i suoi corsi… Ma li farà veramente? E se fosse solo un signore un po’ squinternato? E avrebbe pure un’assicurazione milionaria! Boh. Una cosa è certa: ha messo più subbuglio lui nella mia vita che la storia con Gisella! Basta, da oggi riprendo in mano la mia vita! I sogni sono quello che contano! E magari gli do pure una mano a trovare un editore.

 

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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