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Lo scenario politico di oggi, quale sia nessuno lo sa

Lo scenario politico di oggi, quale realmente sia nessuno lo sa. Lo scenario politico, come in un dipinto è lo sfondo, su cui campeggiano poche figure di primo piano: siano esse politici, imprenditori, artisti, assessori o presidenti. La superficie sulla quale rappresentiamo, con particolari effetti appositamente studiati, gli aspetti tutto sommato illusori di una realtà sempre più misera.

Nella commedia dell’arte è una traccia, il canovaccio dell’intreccio dell’azione drammatica, su cui gli attori vanno poi ad improvvisare. L’ambiente nel quale si racconta una storia, si realizza un fatto, il contesto nel quale si sviluppano determinate situazioni: l’omicidio ha avuto come scenario una strada dell’immensa e squallida periferia della città. L’orrore si fa cronaca e come tale il diritto di rappresentarla.

I fenomeni che lo caratterizzano e lo determinano sono certamente complessi. Che se ne faccia oggetto di studio è comprensibile ed opportuno. Per capire la giusta direzione, dove e come orientare la nostra progettualità, come realizzarla e quali risposte dare alle domande.

Lo scenario politico e sociale, è sottoposto a tali e tante turbolenze che diventa praticamente impossibile muoversi in modo agevole. Tutto è cosi altamente instabile e in uno stato di costante confusione: la navigazione è fatta “a vista”. Se ne parla, naturalmente, e molto, ma ogni essere umano dotato di un pizzico di buon senso si chiede: e allora? E’ cambiato qualcosa? Cosa vogliamo fare?

Un esempio è il drammatico fallimento di ogni ricetta economica. Abbiamo visto chiaramente come la crescita delle diseguaglianze si riflette negativamente sui cambiamenti climatici, sulle crisi ambientali e sulla condizione sociale di milioni di persone.

Ci hanno raccontato fino alla nausea, come poche persone più ricche del pianeta dispongono di un patrimonio equivalente a quello detenuto dalla metà della popolazione mondiale.

Rapporti su rapporti evidenziano come le normative nazionali e internazionali abbiano in questi anni favorito i più ricchi, indebolendo così dall’interno i processi di democratizzazione e, di fatto, assurgendo la diseguaglianza a valore fondativo dello sviluppo. Un paradosso in sé, per un modello di governo definito democratico.

Segnaliamo questo articolo che mette in evidenza aspetti interessanti.

Fedez e J-Ax, zero arte, solo marketing da Comunisti col Rolex

di Michele Monina

Nello scenario politico di oggi la cosiddetta intellighenzia è praticamente scomparsa. Altro che messa in questione del potere. Vediamo in realtà registi, cantanti e attori tutti intorno al padroncino.

Veniamo all’oggi. Berlusconi non è più lui, è noto, e lo scenario politico è quello postapocalittico che ben conosciamo, abitato e frequentato da figuri che, a confronto di Berlusconi, sembrano fumetti. Assistiamo a campagne referendarie che ci parlano di “scrofe ferite”, di “accozzaglie” e che vedono nomi importanti dello stesso partito, il PD, parlarsi l’un l’altro come se fossero protagonisti di un western di serie Z. In questo scenario, ma non poteva che finire così, la cosiddetta intellighenzia è praticamente scomparsa.

Assistiamo a campagne referendarie che ci parlano di “scrofe ferite”, di “accozzaglie” e che vedono nomi importanti dello stesso partito, il PD, parlarsi l’un l’altro come se fossero protagonisti di un western di serie Z. In questo scenario, ma non poteva che finire così, la cosiddetta intellighenzia è praticamente scomparsa.

Altro che messa in questione del potere. Vediamo in realtà registi, cantanti e attori tutti intorno al padroncino, contenti prendere parte alla mensa, o magari convinti che la tavolata diventerà col tempo ancora più imbandita. In questo coro greco che accompagna ogni mossa del protagonista con plausi e inni da stadio sembrano assenti le voci di dissenso, se non quelle congeniali al coro stesso, atte a fare da contrappunto alle gesta del nostro.

È in questo panorama che dobbiamo inserire, dramma nella tragedia, l’annuncio del primo album che vedrà l’uno a fianco all’altro due delle voci che il dissenso sembra aver identificato come propri portavoce, Fedez e J Ax. Capisco che, a questo punto, in molti avrete abbandonato la lettura, perché non può essere serio un pezzo in cui si parli di apocalisse e politica e che veda comparire a un certo punto i due giudici di X Factor e Amici, quelli di Vorrei ma non posto, brano feticcio per gli sponsor, infarcito come era il video di product placement sfacciati, quelli che si chiamano “zio” tra di loro, che hanno fatto del calembour la propria cifra.

Ma così è, dramma nella tragedia. I battibecchi dei due soggetti in questione con Gasparri, per fare un nome, sono noti a tutti, riconosciuti come interlocutori non solo e non tanto da Rudy Zerbi o Arisa, evidentemente, ma anche dal vicepresidente del Senato. Dramma nella tragedia, appunto.

L’articolo per intero si può leggere a questo link:

http://www.linkiesta.it/it/article/2016/11/24/fedex-e-j-ax-zero-arte-solo-marketing-da-comunisti-col-rolex/32517/

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

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