globe theatre studio

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il teatro racconta sempre qualcosa partendo da memorie del passato o da fatti moderni. Il racconto per noi non è mai indagine o denuncia ma un atto creativo di una realtà e di un mondo

Sii indipendente e libero. Un ribelle non dipende da nessuno e rispetta la sua unicità. La sua sola ragione d’essere è dare concretezza al suo Sogno. A questo dedica la sua vita e ogni atomo della propria energia. Non si può sognare e dipendere. Si può sognare e servire. Servire non è dipendere. Servire significa governare la propria vita e quella degli altri… è l’azione di chi ama.

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Il Teatro, una vita antica per un’idea nuova e innovativa al servizio di agenti commerciali e venditori

TEATRO & IMPRESA

Proposte formative per Agenti commerciali e Venditori (clicca sulla foto)

.Ad ogni attimo possiamo evolvere o degradare. Dipende da noi! Ogni nostro pensiero, attitudine, ogni parola o sguardo, la più piccola contrazione del viso, comunica all’universo intero il nostro livello di responsabilità, il nostro grado di
libertà. È questo che ci colloca mirabilmente lì dove siamo, è questo che determina il nostro destino, la nostra economia, il nostro ruolo nel teatro dell’esistenza.



400° anniversario della scomparsa di W. Shakespeare


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Lunga vita all’Azzurro Scipioni


Ralph Fiennes plays Richard III


Civiltà molto più antiche della Greca e della Romana, nel momento in cui decidevano di fondare una nuova città, prima ancora di tracciarne le mura, eleggevano i luoghi per erigere due edifici pubblici: il teatro, per purificare le emozioni, le terme, per purificare il corpo. Essi erano le due ghiandole vitali di depurazione, i reni della società. Come in un essere vivente, a questi due organi era affidato il compito vitale di filtrare e purificare la linfa della città, di depurare e arricchire ogni cellula.

nel ricordo di Simone Carella

Radio 3 “Scene di varietà”

Prove d'autore
Diciotto scenette di rivista di Harold
Pinter

https://www.raiplaysound.it/audio/2016/11/Scene-di-varieta-di-Harold-Pinter--Tutto-esaurito-9112016-ore-2030-d1dfc5aa-95c4-4dc3-a8ad-f47c98c3f292.html

traduzione Alessandra Serra, libero adattamento Simone Carella
interpreti cantanti: Agata Lombardo, Tamara Triani, Vittoria Di Pace, Alessandro Riceci
interpreti attori: Giada Prandi, Filippo Dionisi, Francesco Siciliano e con l'affettuosa e amichevole
partecipazione di Roberto Benigni
e con i musicisti Giorgio Scordino, Salvatore Zampataro, Carlo Cossu, Juan Pablo Simoniello, Giovanni Lo Cascio, Tiziana Picchiarelli
aiuto regia Anna Antonelli
musiche originali di Arturo Annechino
regia di Simone Carella
prima messa in onda 16/5/2003


Alcune piccole pièces scritte in gioventù da quello che diventerà uno degli autori più importanti della drammaturgia contemporanea. Le rielabora Simone Carella, attore regista e animatore della stagione delle cantine romane degli anni Settanta e di quel profondo rinnovamento del teatro di quegli anni. Proprio negli spazi animati da Carella esordiva il giovanissimo Roberto Benigni, che qui si presta al gioco chiudendo la carrellata di scenette.



Un omaggio in occasione del 150° anno dalla nascita dello scrittore e drammaturgo Luigi Pirandello, con Saverio Soldano nel ruolo di Pirandello.

home

 

Si siedono davanti a un fatto come farebbe un bambino, disposti a rinunciare a qualsiasi preconcetto e arrivare umilmente a qualunque abisso li conduca la natura. E’ così che imparano. Li chiamano attori.

… diventando quello che avevano affermato di essere, con gli occhi fissi su quell’ideale, riempiono il loro intero corpo di quello, finché il fine perseguito è conseguito.

L’attore pirata, that extraordinary experience

Il Teatro, come luogo privilegiato di elaborazione dei linguaggi dell’arte, può assumere un significato simbolico, una condizione di extra-territorialità, un punto di osservazione privilegiato che da all’artista attore la possibilità di rappresentare il mondo, o raccontarlo semplicemente. E’ giusto dire, quindi, che l’attore occupa uno spazio ideale tra il mare aperto, luogo dei “liberi” (rappresentazione metaforica della condizione necessaria e naturale all’essere artista) e la terraferma, luogo e dominio di quello che chiamiamo “sistema”. L’attore come un predone naviga nel grande mare, in movimento sempre, seguendo una tendenza, un carattere, uno stato d’animo, uno spirito, un’atteggiamento, una lacrima, un’inclinazione, un temperamento, un’aspettativa; capriccioso, estroso, balordo, pazzo, frivolo, sporadico, accanito, assennato, assiduo, fermo, immutabile, tenace, instancabile, responsabile, riflessivo, saggio, perseverante, devoto, coerente, devastante… e ancora.

Ancora il ritmo dei sacri tamburi batà terrorizzano i nemici… ancora il suono di una chitarra intorno al falò nelle calde notti d’estate e ridere forte, di cuore. Il predone attore errante tra speranze e leggende, terre nuove da conquistare… lingue per comunicare e culture da conoscere. Nel grande immenso mare, niente può essere definito da un nome. Le cose non rispondono solo perché ad esse diamo un nome e un giudizio; sapori suoni odori, il silenzio. Fai spazio alla vita, è in gioco la libertà. Non si chiede, faccio per avere quel determinato risultato, perché se dovesse solo pensarlo, vuol dire che non ha ancora messo libertà in ciò che fà, perché non ha ancora libertà in ciò che è. Chiunque può farlo? Certo, chiunque può darsi la libertà di navigare verso l’orizzonte. L’artista attore lo fa consapevolmente, creativamente; la sua unica sola scelta. Quando il pirata attore esclude ogni altra possibilità, è il momento in cui dà tutto ciò che è, liberandosene al contempo. Libero da se stesso, esce dal limite del suo io e gioca ad essere. Dare sé alla vita e non volere altro che questo: vita. Verso una libertà senza limiti, in mare aperto. Portando con se un bagaglio leggero, lascia andare ogni cosa permettendosi anche il lusso di non sapere niente. Non sapere niente sull’uomo, su ciò che è giusto o ingiusto. Non sapere un cazzo di niente sul senso della vita. Libertà e amore sono davvero la stessa cosa.

 

JEANNE D’ARC

libero adattamento da “l’Allodola” di J. Anouilh   Regia FILIPPO DIONISI

Im6

La Divina Commedia: ipotesi di un viaggio

di MARIA TERESA FALBO

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C’è pace e raccoglimento la sera, calma finalmente. La luce del giorno si affievolisce e le prime ombre prendono forma alla luce dei lampioni: è il momento di smettere le maschere indossate per piacere a qualcuno, per essere alla moda o per non essere tagliati fuori dal gruppo. Nel silenzio, più nessuno al quale opporre uno strenuo quanto vano tentativo di ribellione: non il destino, non le condizioni che la sorte ha riserbato indipendentemente dalla volontà. Questa è roba che va bene durante il giorno quando nessuno ci vede. No, la sera non è possibile! Ci sono occhi curiosi a spiarci li su nel cielo, alle stelle non puoi mentire, con una luna piena e luminosa che ti sorride come a volerti augurare una serena notte non puoi fingere. Loro sanno!

vedi di cosa si tratta

martin phill
freccia-destra

LE ESIGENZE DI UN PROCESSO COMPLESSO

 

 

 

Una qualsiasi attività culturale si trova, oggi, ad affrontare una duplice sfida. La prima è quella della competitività sul piano locale e/o territoriale, che la porta inevitabilmente a confrontarsi con altre proposte della stessa natura. La seconda sfida riguarda la capacità di rispondere ai bisogni e alle attese delle singole persone, attese che sono enormemente cresciute nel tempo, seguendo l’evoluzione dei consumi e stili di vita, esigendo, oggi, risposte maggiormente sofisticate e personalizzate. E’ utile, pertanto, fissare una guida del nostro metodo che si basa sui seguenti punti:

  • Incontri interlocutori finalizzati alla conoscenza ed alle esigenze del cliente.
  • Individualizzazione degli obiettivi e dei target di riferimento.
  • Attività di studio e documentazione.
  • Elaborazione del piano di azione definitivo.
  • Pianificazione dei costi.
  • Messa in opera delle attività secondo le tempistiche prestabilite.
  • Gestione e coordinamento di interventi e sviluppi.
  • Verifica periodica degli obiettivi raggiunti.

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