Articoli

Lo sport, elemento ludico nella vita sociale

che educhi ad affrontare le sfide della vita

di Maria Teresa Falbo

Lo sport è una metafora della sfida, è il palcoscenico per eccellenza delle tante prove di coraggio e di saggezza necessarie per vincere la battaglia dell’esistenza. Interpretare e utilizzare l’elemento ludico della vita sociale, è una finalità della pratica sportiva ove rintracciare elementi utili per vivere meglio. Nel nostro secolo è avvenuto un cambiamento che forse non ha precedenti nella storia dell’umanità e che ha mutato radicalmente la collocazione e il senso del gioco e dello sport in seno alla vita sociale. Sotto la spinta delle profonde trasformazioni che hanno portato alla creazione della moderna società industriale e della civiltà tecnologica, si è  posto per la prima volta, a livello di massa, il problema del tempo libero, dello svago e della loro gestione. L’area di ricerca in tal senso, è da collocarsi perciò naturalmente nell’ambito della promozione come incentivo per spingere verso una consapevolezza del valore formativo dello sport, certamente dal punto di vista fisico, ma anche da quello dello sviluppo del carattere.

Volendo decodificare il significato dei vari sport vi si possono trovare tutti i tipi di sfida che si incontrano nella vita. Esso, insegna a combattere, a esprimere coraggio, determinazione, grinta, educa ad andare fino in fondo per realizzare uno scopo; in tutti i casi è fondamentale il rispetto per l’avversario, il confronto leale e il rispetto delle regole. Chi perde, dovrebbe farlo, appunto, “sportivamente”. Ma affrontare le sfide della vita non è poi cosi semplice. Lo sport vissuto come dimensione ludica dell’esistenza potrebbe però insegnarci qualcosa di più di una “filosofia”, di un modo di vivere sintetizzabile nel noto aforisma di Giovenale – mens sana in corpore sano -. Il gioco in definitiva risveglia lo spirito di partecipazione, il sentimento di appartenenza alla collettività che sono gli elementi coesivi di fondamentale importanza per lo sviluppo della civiltà. Il nostro bagaglio in quanto esseri umani, ha radici molto lontane e dunque contiene assai più dello sforzo all’allenamento ludico o agonistico. Contiene la capacità e le risorse per poterlo impiegare.

Lo sport è una metafora della sfida, e in quanto gioco ha un elemento spirituale, magari simbolico, che lo assimila ai culti delle società arcaiche. L’umanità dopo aver preso coscienza del fenomeni della vita vegetale e animale, ha imparato a  “giocare” l’ordine dell’universo in un gioco sacro. Per le civiltà precolombiane, ad esempio, il gioco della pelota era considerato un rito religioso, così come i ludi romani e le gare sportive panelleniche, che rappresentavano il grande elemento di coesione delle polis greche. Gioco e vita per quanto possano apparire separate, sono in realtà la faccia della stessa medaglia. Ci si può allontanare dalla vita ordinaria o vera, senza essere in fuga, perché il mondo del gioco è una realtà nella quale, paradossalmente, il vincolo delle regole garantisce la massima libertà e la sottomissione alla norma in se stessa è fonte di piacere. Ma cosa resta oggi al gioco puro, privato del suo carattere sacrale? Probabilmente il suo ruolo civilizzatore, che ha la funzione di riflettere nella vita “seria” i suoi aspetti di autentica riforma individuale. Per il sociologo Roger Cail­lois il gioco incanala pulsioni elementari, neutralizzandone la potenzialità altrimenti distruttiva e niente, secondo lui, rivela meglio il suo ruolo dei freni che esso oppone a un certo tipo di brutalità e di avidità. Ogni antagonismo dunque, che non venga più temperato dallo spirito ludico, sconfina in una perversione che, come la violenza, uccide il gioco perché si è violata la regola.

Il ruolo che molte associazioni sportive del territorio si sono date, almeno in ambito dei diversamente abili, è di essere promotrici di iniziative che possono contribuire a riscoprire il gioco come elemento primario di aggregazione, di comunicazione e incontro. Esigenze e aspetti della vita connaturate all’uomo e di cui egli può far tesoro anche allenandosi a rintracciare gli elementi utili per vivere meglio, coltivando e accrescendo quel senso di partecipazione che può rendere liberi, solidali e perché no, pieni di gioia di vivere.

globetheatre

Interessato al mondo della comunicazione e formazione in generale, (e in particolare al più importante mezzo di comunicazione di massa, come quello televisivo) nelle sue mille sfaccettature, in considerazione dell’importanza crescente che i processi di comunicazione acquisiscono nell'ambito della società moderna determinando così profondi cambiamenti nei modelli di comportamento e nelle relazioni sociali. Sono altresì interessato al processo di formazione dell'arte in una società tecnologicamente avanzata come la nostra, in cui la realtà virtuale è sempre più pressante e invadente. L’attività si sviluppa attraverso un’associazione che opera in continuità con la propria vocazione no profit e che incarna la vocazione alla partecipazione e alla ricerca presupposti irrinunciabili ai fini di una coerente ed efficace azione progettuale e una società dedicata alle componenti progettuali e gestionali dell’azione in campo culturale, e che consente una risposta più efficace e pertinente alla crescente domanda di un approccio imprenditoriale e di una visione aziendale nella gestione dei mercati culturali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.